CATANIA – Sterilizzare il proprio PET è un argomento molto discusso tra i “proprietari” di cani e gatti, tra pregiudizi e disinformazione spesso si sceglie di non intervenire con il risultato di gravidanze (e relative cucciolate) indesiderate e complicazioni sanitarie.
Abbiamo incontrato il dott. Claudio D’Amore, presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Catania, cercando di far chiarezza e corretta informazione sul problema della sterilizzazione.
Perché sterilizzare il proprio pet (cane e gatto) e quali sono i benefici sanitari per l’animale (specialmente nelle femmine)? Esistono delle controindicazioni tangibili?
“Sterilizzare il proprio cane o gatto è vantaggioso per l’animale perché ha una azione di protezione nei confronti di alcune patologie o comportamenti piuttosto frequenti che contribuiscono ad accorciare la durata della vita (cancro alle mammelle ed endometrite cronica con piometra nelle femmine, iperplasia prostatica e carcinoma nel cane maschio, escursioni nel territorio nei periodi degli amori nei gatti maschi).
Controindicazioni: la tendenza al sovrappeso che però è facilmente controllabile con un’adeguata alimentazione. Inoltre la riduzione delle nascite offrirebbe un notevole vantaggio di tipo sociale”.
Può la sterilizzazione essere una possibile soluzione al fenomeno del randagismo?
“La sterilizzazione non può risolvere il problema del randagismo, fenomeno complesso legato a quello sociale dell’abbandono delle cucciolate. Essa deve essere inserita in progetti razionali e scientifici più ampi, che prevedano censimento, cattura, sterilizzazione, anagrafatura (microchip) con controlli e multe per i cittadini inadempienti, campagne di affidamento con adozione responsabile e consapevole, opera di educazione e sensibilizzazione. Tuttavia non esistono esperienze nel mondo di soluzione definitiva del problema che può essere solo ridotto e arginato con lavoro costante“.
Qual è il prezzo congruo per una sterilizzazione eseguita secondo arte e linee guida della comunità scientifica?
“Il costo di una sterilizzazione di una cagna non può essere definito in senso assoluto. Diffiderei di quelle “offerte” a costi esageratamente bassi, di stampo più commerciale che professionale, perché mi sorgerebbe il dubbio che possano ottenersi abbassando la qualità delle prestazioni. L’adeguatezza degli ambienti alla complessità della chirurgia eseguita, l’ottenimento della asepsi (tutto materiale sterile), il controllo del dolore pre intra e post operatorio, il tipo di anestesia, la disponibilità di un aiuto chirurgo sono tutti elementi imprescindibili da un lavoro di buona qualità e comportano dei costi non indifferenti. La FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) ha eseguito uno studio sui costi minimi sostenuti per ogni tipo di prestazione (nel nostro caso anestesia, fleboclisi, ovaristerectomia ecc). Il trovare tariffe al di sotto di questi deve far sorgere dubbi al proprietario. Di contro il limitarsi a richiedere solo il rimborso di questi costi significa che lo stesso sanitario attribuisce alla propria prestazione un valore pari a zero“.
Cosa risponde ai proprietari che temono le “ripercussioni psicologiche” sul proprio pet dopo la sterilizzazione?
“Parlare di psiche nel cane risulta particolarmente difficile. Ma certo non possiamo pensare che, dopo la sterilizzazione, l’animale abbia la consapevolezza di non essere più in grado di procreare ed accusare ripercussioni di tipo, diciamo, psicologico”.
In realtà abbiamo così tanto “umanizzato” i nostri amici a quattro zampe da aver dimenticato la loro “natura” che è (fortunatamente n.d.a.) profondamente diversa da quella umana.