CATANIA – Continua l’allarme incendi in Sicilia, alimentato dal forte caldo e non solo. Fin troppo spesso si sente parlare di chi, approfittando della stagione estiva, decide di dare sfogo ai propri impulsi appiccando nuovi roghi qua e là.
Sono stati tantissimi i casi di piromania in tutta Italia e, fino a pochi giorni fa, anche nella nostra isola. Ma cos’è effettivamente la piromania? Non si parla di una semplice bravata, ma di un vero e proprio disturbo psicologico, un’intensa e incontrollabile ossessione per il fuoco, così come suggerito dall’etimologia stessa della parola. Per saperne di più, su qualcosa che ci riguarda così da vicino, abbiamo chiesto alla dottoressa Valentina La Rosa, psicologa e psicoterapeuta.
“A livello diagnostico, la piromania può essere collocata all’interno del quadro dei disturbi legati al discontrollo degli impulsi. Chi ne è affetto non riesce a controllare il proprio istinto e la propria aggressività, guidato dal desiderio di distruzione e violenza. È una psicopatologia e tutti gli effetti”.
Ma, come sempre, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: “Non sono tutti necessariamente piromani – continua la dottoressa -. Ci sono anche molti ragazzi che lo fanno come atto di trasgressione, tipica dell’età adolescenziale, senza rendersi conto delle conseguenze dei propri gesti. Altre volte si parla di vere e proprie patologie. È necessario distinguere i due casi, costruire un quadro clinico appropriato e fare una corretta diagnosi, accertandosi che non si tratti di un gesto sconsiderato legato alla ribellione giovanile”.
Il piromane è un soggetto di base impulsivo, sono spesso persone aggressive e violente, che non riescono a esercitare un controllo appropriato delle proprie azioni e mettono in atto comportamenti dannosi per la propria salute e per quella degli altri. “È facile che questa patologia si accompagni ad altri tipi di disturbi dello stesso genere, legati al discontrollo degli impulsi, come ad esempio cleptomania o gioco d’azzardo. In questi casi, quando si è certi della diagnosi, si deve prevedere un percorso di riabilitazione a livello psicoterapeutico e, se serve, psicofarmacologico“.
I piromani hanno spesso comportamenti altalenanti fra la tristezza e la solitudine, fino alla rabbia, che sfociano addirittura in casi di vero e proprio autolesionismo. Il malato agisce per gratificare se stesso, alla ricerca di sensazioni forti, dell’eccitazione e del piacere che prova prima e dopo aver appiccato un incendio.
Tuttavia, gli studi scientifici che riguardano questo malessere non sono molti. Alcune ipotesi ricollegano il fenomeno a una forma di comunicazione per individui con scarse abilità sociali oppure con una sessualità poco gratificante, altre lo associano a disordini comportamentali, a disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione o anche a casi di abusi infantili.