CATANIA – È durata meno di 24 ore la “tregua” dell’Etna, che ha ripreso a “ruggire” già nella tarda serata di ieri dopo l’eruzione di sabato sera che aveva visto un’intensa pioggia di cenere su Catania e provincia, con la conseguente chiusura della pista dell’aeroporto etneo.
Alle ore 21, infatti, l’Ingv di Catania ha registrato una nuova impennata dell’attività stromboliana del vulcano con “ricaduta dei prodotti sui versanti esterni del Cratere di Sud-Est“.
Gli esperti hanno individuato “un modesto trend in incremento, rimanendo entro l’intervallo dei valori medi”. Nel corso della serata l’eruzione dell’Etna si è però intensificata, con la comparsa di spettacolari fontane di lava seguite dalla consueta espulsione di cenere, diretta in direzione est-sud est.
Nel comunicato diffuso ieri sera dall’Ingv si legge che “l’ampiezza media del tremore vulcanico ha raggiunto l’intervallo dei valori alti” con “una chiara tendenza a incrementare“.
“Le sorgenti del tremore sono localizzate al Cratere di Sud-Est a una profondità di circa 2.900 metri sopra il livello del mare. Anche l’attività infrasonica si è intensificata sia nel tasso di accadimento che nell’energia degli eventi infrasonici, che risultano localizzati al Cratere di Sud-Est“, conclude il comunicato.
Durante la notte, gli esperti hanno evidenziato anche un trabocco lavico da parte del cratere e un deciso innalzamento del tremore vulcanico e dell’attività infrasonica. La colata si è diretta in direzione sud-ovest nel corso delle ore notturne, mentre l’attività esplosiva è invece rientrata intorno alle ore 2.
Fonte foto: Ingv