Uova di Pasqua, dal Medioevo a oggi: perché e curiosità della “dolce” tradizione

Uova di Pasqua, dal Medioevo a oggi: perché e curiosità della “dolce” tradizione

CATANIA – L’uovo di Pasqua lo conosciamo tutti, da un mese a questa parte se ne vedono di tutti i tipi, colori e dimensioni in più o meno tutti i supermercati.

La domanda a questo punto sorge spontanea… ma perché proprio un uovo?

La risposta in realtà affonda le radici nella più remota antichità: infatti sin dalle prime civiltà (Egizi e Persiani) l’uovo era simbolo della vita o aveva comunque un significato sacro.

La tradizione però dello scambio delle uova è più… “recente”; risale infatti al Medioevo, quando le uova venivano donate alle servitù. Uova che simboleggiavano sia la rinascita primaverile sia la resurrezione di Cristo (l’uovo, come il Santo Sepolcro, appare vuoto e privo di vita); dentro l’uovo però (e quindi, metaforicamente, dentro il sepolcro) c’è una nuova vita (il pulcino, non la sorpresina!) pronta a popolare la terra.

Sempre nel Medioevo si iniziò a rivestire, o a volte anche fabbricare, le uova con l’oro o con altri materiali preziosi e a darle in dono; ovviamente non più alla servitù ma alla nobiltà. 

Per quanto l’uovo “semplice” sia tutt’oggi caratteristico della Pasqua (per esempio nei paesi di religione Ortodossa) ormai ha preso sempre più piede l’uovo di cioccolata che tutti noi conosciamo, che rende felici i più piccoli ma anche, rimanga fra di noi, i più grandetti.

Quando nacque la tradizione dell’uovo di cioccolata si trattava di prodotti artigianali; col passare del tempo è stato però sempre più “commercializzato” ed oggi le uova vengono prodotte dalle grandi aziende di dolci e raffigurano cartoni animati o simili (eccovi spiegato perché gli Ortodossi preferiscono mantenere l’antica tradizione delle uova di gallina; non viene, a loro dire, strumentalizzata e soprattutto mercificata la Pasqua).

Dopo questa breve sintesi sulla tradizione dell’uovo non ci resta quindi che augurarvi una buona scorpacciata di cioccolato.