CALTAGIRONE – Gli studenti del Liceo Classico catanese Nicola Spedalieri, insieme ai giovani di molte altre scuole di Catania e provincia, hanno avuto l’opportunità di assistere al Gran Galà della cultura e della legalità, che si è tenuto lo scorso 27 aprile a Caltagirone. L’evento è stato organizzato con una finalità ben precisa: sottolineare l’importanza della costante lotta contro le mafie, piaga profonda della nostra società.
Le organizzazioni criminali, infatti, non si sono dissolte, ma hanno semplicemente cambiato volto. Se negli anni ’90 i vertici delle famiglie mafiose tentavano di difendere i loro interessi spargendo il sangue dei magistrati che con la loro determinazione avrebbero potuto danneggiarli, adesso la situazione è cambiata: la mafia c’è, esiste ed è ancora presente nei territori siciliani, così come in quelli calabresi e in molti altre zone d’Italia e del mondo.
Contrariamente al “modus operandi” utilizzato in passato, le mafie non sentono più ormai la necessità di esporsi, ma si limitano ad agire di nascosto, senza mai apparire alla luce del sole. Dopo essersi recati al Cine-Teatro Politeama, i giovani – accompagnati dai docenti – hanno assistito alla proiezione del film intitolato “Liberi di scegliere”. Scritto da Monica Zapelli e diretto da Giacomo Campiotti, il film accende i riflettori sulla ‘ndrangheta, un’organizzazione criminale italiana di connotazione mafiosa, originaria della Calabria.
Il lavoro cinematografico è ispirato all’impegno del giudice messinese Roberto Di Bella che, dopo essere stato per diversi anni presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria, attualmente ricopre il ruolo di presidente del Tribunale dei minori di Catania. È proprio al giudice Di Bella che viene attribuito lo straordinario merito di aver compreso uno dei meccanismi che sta alla base delle organizzazioni criminali: si tratta dello sfortunato destino dei figli di esponenti mafiosi, che sono protagonisti di una pagina di storia già scritta e di una sorte a cui il più delle volte non possono sottrarsi.
È in questi casi che la libertà di scelta viene meno, segnando drammaticamente l’esistenza di coloro che vivono nella convinzione che la disonestà e la criminalità, da cui sono circondati fin dalla nascita, sia l’unica realtà possibile. Dopo avere acquisito tale consapevolezza, il giudice messinese non ha esitato ad adottare misure drastiche nei confronti di coloro che, essendo nati in contesti familiari tutt’altro che fortunati, conoscevano esclusivamente la natura più corrotta e nociva della società.
La vita però non è solo tutto ciò a cui sono stati abituati ed è bene che anche i figli di personalità mafiose abbiano la possibilità di venire a contatto con una dimensione onesta e leale, affinché possano decidere autonomamente da che parte schierarsi. Nonostante quello di allontanare i figli dai genitori sia stato un provvedimento fortemente criticato, nel corso degli anni anch’esso ha dato i suoi frutti fino a raggiungere risultati al di là di qualsiasi aspettativa: in alcuni casi, infatti, sono state persino le stesse madri a richiedere l’allontanamento dei propri figli dal contesto familiare, in modo da garantire loro un futuro migliore di quello a cui sarebbero stati inevitabilmente destinati.
È questo il messaggio trasmesso agli studenti che al termine della proiezione non hanno potuto fare a meno di emozionarsi, mostrando un sentito coinvolgimento. Successivamente i giovani sono stati spettatori di un incontro che ha visto protagoniste diverse figure istituzionali: primo tra tutti il giudice Roberto Di Bella, seguito dal Prefetto di Catania Maria Carmela Librizzi e da Monica Zapelli, sceneggiatrice del film e coautrice del libro “Liberi di scegliere”.
Un’importante opportunità di confronto e di dibattito che ha visto gli studenti assistere con grande attenzione e interesse, sviluppando continui spunti di riflessione.