Carnevale e la tradizione culinaria catanese: l’immancabile RICETTA della “pasta che cincu puttusa”

Carnevale e la tradizione culinaria catanese: l’immancabile RICETTA della “pasta che cincu puttusa”

CATANIA – Per i catanesi, si sa, si può scherzare su tutto tranne che sulle tradizioni, specialmente se si tratta di quelle culinarie. Nello specifico, a Carnevale si “deve” mangiare, quasi come obbligo per i festeggiamenti, la classica “pasta che cincu puttusa” in dialetto, “pasta con i cinque buchi” in italiano.

Di che cosa si tratta? Principalmente, la forma è quella classica dei maccheroni con, appunto, cinque buchi intorno e viene condita con un sugo di carne macinata di vitello, a volte mista a quella di maiale. E fin qui nulla di strano o particolare. Quello che forse non è molto noto, ma che, invece, la rende speciale è il fatto che il  ragù – che in Sicilia inizia a cucinare già alle 8 del mattino per essere pronto poi all’ora di pranzo – si “immerge” letteralmente e, grazie al formato della pasta, entra e esce dai fori.

Un primo piatto eccezionale, un’esaltazione di gusto non indifferente e, ovviamente, immancabile nelle tavole catanesi a Carnevale. Qui di seguito vi riportiamo la ricetta della “pasta che cincu puttusa“, nel rispetto della tradizione.

INGREDIENTI (per 4 persone circa)

  • 500 grammi di maccheroni ai “cincu puttusa”;
  • un chilo di carne macinata per ragù mista di vitello e maiale;
  • 2 carote;
  • un gambo di sedano;
  • una cipolla;
  • un bicchiere di vino rosso;
  • un litro di passata di pomodoro;
  • un cucchiaio di concentrato di pomodoro;
  • olio EVO q.b.;
  • sale q.b.;
  • pepe (a piacimento).

PROCEDIMENTO

  1. in una pentola mettete l’olio extravergine d’oliva per il soffritto, aggiungete il sedano, la carota, la cipolla (tutti rigorosamente tritati);
  2. aggiungete la carne, fate rosolare e aggiungete un bicchiere di vino rosso per sfumare un po’;
  3. versate anche la passata di pomodoro, il concentrato di pomodoro e aggiungete il sale e se volete il pepe;
  4. fate cuocere a fuoco lento per un’ora abbondante (non deve essere né troppo liquido, né troppo denso);
  5. nel frattempo, fate cuocere la pasta e unitela, una volta pronta, al ragù.

Ne esistono, come tutte le cose, diverse varianti. C’è chi utilizza la carne macinata di solo manzo, chi aggiunge anche la salsiccia, la cotenna e le puntine di maiale. Insomma, ogni famiglia ha il suo “segreto culinario” che viene poi trasmesso di generazione in generazione, anche se, è da ammettere, i nostri nonni spesso cucinavano “ad occhio” e il ragù aveva tutto un altro sapore.

Fonte immagine: Siciliaofferte.it