Cronaca

Violenza senza pietà a Picanello: marito aggredisce moglie davanti la figlioletta, lei chiama i poliziotti

CATANIA – Lo scorso 6 dicembre, personale delle volanti è intervenuto nel quartiere Picanello a seguito di una segnalazione arrivata alla sala operativa da parte di una bambina che riferiva di un’aggressione che la propria madre stava subendo da parte del padre.

Alla luce dei gravi fatti emersi, l’uomo è stato arrestato per il reato di maltrattamenti in famiglia e indagato in stato di libertà per il reato di evasione dagli arresti domiciliari.

Sul posto gli agenti hanno notato che la porta dell’appartamento interessato risultava essere aperta, e che sulla strada vi erano numerosi indumenti femminili; l’attenzione degli operatori veniva ad un tratto attirata da un uomo che – avvicinatosi alla Volante – è apparso in forte stato di agitazione, proferendo frasi totalmente prive di senso.

L’uomo, che riferiva di essere il proprietario dell’appartamento dal quale era partita la segnalazione, al momento in cui gli agenti hanno cercato di farvi accesso per verificare chi vi fosse all’interno, si è opposto continuando a proferire frasi deliranti. Dopo averlo con non poche difficoltà riportato alla calma, gli agenti sono riusciti ad entrare nell’appartamento e hanno notato subito la presenza di una donna e di una ragazzina in forte stato di agitazione, infreddolite e in pigiama.

A quel punto l’uomo, un noto pregiudicato, ha cominciato a inveire contro la moglie proferendo nei suoi confronti offese di ogni genere, noncurante della presenza della figlia minore. L’uomo è stato riportato nuovamente alla calma con fatica e, dopo aver fatto pervenire sul posto altro personale, allontanato e portato all’esterno.

Una volta riportata la calma all’interno dell’appartamento, questo si mostrava completamente a soqquadro, e la donna ha riferito agli agenti che il proprio marito – senza alcun motivo – era andato su tutte le furie aggredendola e minacciandola in presenza della figlia.

L’uomo, purtroppo, non era nuovo a comportamenti del genere nei confronti della moglie sin dai primi anni di matrimonio.

Per queste ragioni già la donna aveva denunciato il marito, per le sue violenze e i suoi atteggiamenti; comportamenti che erano acuiti anche dal fatto che l’uomo era assuntore di sostanze stupefacenti.

I maltrattamenti cessarono per un periodo, anche in considerazione dell’arresto del marito per altre ragioni; ma la situazione iniziò nuovamente a peggiorare al momento in cui all’uomo vennero concessi gli arresti domiciliari.

La ripresa della convivenza portò ad altri episodi di violenza da parte dell’uomo, posti spesso in essere sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, di cui continuava a fare uso.

In merito ai fatti che hanno portato al nuovo arresto del marito, la moglie riferiva che lo stesso si era ritirato a casa a tarda notte, in forte stato di alterazione psichica; non appena arrivato andava subito in cucina e, utilizzando un quaderno della figlia come base, iniziava ad assumere sostanza stupefacente aspirando con il naso. Il tutto alla presenza tanto della moglie che della figlia.

Il forte stato di alterazione dell’uomo rendeva impossibile riacquistare tranquillità e dormire alla donna e alla figlia, ed alla richiesta di queste ultime di smettere di fare rumore per poter riposare, l’uomo andava su tutte le furie e metteva l’appartamento a soqquadro.

La follia dell’uomo continuava al punto da costringere con minacce verbali la figlia e la moglie a inginocchiarsi per chiedergli perdono, continuando a proferire frasi senza alcun senso.

La ragazzina, impaurita, si chinava e in lacrime chiedeva al padre di smetterla; dopo, riusciva ad allontanarsi e ad andare di nascosto in bagno, da dove riusciva – su richiesta della madre – a chiamare la Polizia.

Pertanto, veniva notiziato il pubblico ministero di turno che disponeva di portare l’arrestato nel carcere di Piazza Lanza di Catania, in attesa del giudizio di convalida innanzi al Giudice per le indagini preliminari.

Successivamente il Giudice ha convalidato l’arresto applicando nei confronti dell’uomo la misura cautelare della custodia in carcere.

 

Redazione

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