Tratte ferroviarie dismesse: “Volano per l’economia, si faccia qualcosa”

CATANIA – Tratte ferroviarie dismesse o non accessibili al pubblico. È questa la situazione attuale di due linee ferrate dell’hinterland etneo che, nonostante la loro indiscussa importanza per i collegamenti sul territorio, restano ancor oggi dimenticate o non sfruttate per come meriterebbero.

Si tratta, nello specifico, delle tratte ferroviarie Mojo-Alcantara-Randazzo, che si estende per 37 chilometri, e della Catania-Riposto, lunga 114 chilometri. La prima, aperta nel lontano 1959, è stata chiusa nel 1995 e definitivamente dismessa nel 2011 con un decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti.

La seconda, invece, ha conosciuto nel 1997 la chiusura al pubblico nelle giornate domenicali e festive, su disposizione della direzione di esercizio della Ferrovia Circumetnea. Una decisione che ha determinato, di conseguenza, l’isolamento del territorio pedemontano attraversato dalla tratta.

Ad intervenire sulla vicenda è Giovanni Lo Schiavo, segretario regionale della confederazione autonoma dei sindacati e dei trasporti, intenzionato a denunciare il disinteresse e l’inefficienza delle amministrazioni regionali e dei gestori di Rfi e dei commissari di Fce che si sono succeduti nel tempo.

Secondo il segretario, la corretta gestione delle due tratte ferroviarie potrebbe rappresentare un vero e proprio volano per lo sviluppo socio economico non solo della provincia di Catania ma anche della provincia di Messina, a fronte della loro forte vocazione turistica e in presenza di un “accordo di programma a favore e a sostegno dei due comprensori, soprattutto ai fini, imprenditoriali ed occupazionali“.

Un’ipotesi suffragata, inoltre, dalla legge del 9 agosto 2017 che classifica la dismessa tratta Moio – Alcantara – Randazzo ad uso turistico a condizione che venisse finanziata nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura ferroviaria nazionale o con risorse alle stesse destinate alle regione competente.

A tal proposito, lo stesso Lo Schiavo ha inviato una nota al governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, e agli assessori ai trasporti e al turismo Marco Falcone e Sandro Pappalardo, con lo scopo di porre la necessaria attenzione alla vicenda.