Sono in crescita le infezioni da sifilide a Catania. Celesia: “Necessari gli screening”

Sono in crescita le infezioni da sifilide a Catania. Celesia: “Necessari gli screening”

CATANIA – Anche nella provincia etnea sono in aumento i casi di sifilide e più in generale le infezioni sessualmente trasmesse. Si calcola che ogni giorno, nel mondo, vi siano almeno 1 milione di nuovi casi di infezioni.

In aumento i casi di sifilide a Catania: 170 casi trattati nel 2024

L’andamento delle infezioni sessuali risente di fattori storico sociali (ad esempio la guerra, la beat generation ed il mito del sesso libero, la paura dell’AIDS). Già a partire dalla fine degli anni ‘90, quando è apparso evidente ai più che con le nuove terapie antivirali era possibile sopravvivere all’AIDS, è stato registrato l’ennesimo progressivo incremento di queste patologie.

Il dottor Maurizio Celesia, infettivologo all’Arnas Garibaldi, ha spiegato che dopo il covid, ““c’è stata una sorta di volontà inconsapevole di riprendersi ciò che la pandemia aveva tolto, un ‘liberi tutti’ nelle relazioni sessuali che ha portato, anche nel nostro ambulatorio, ad una progressiva e costante crescita di nuove diagnosi di patologie associate all’attività sessuale”.

“In particolare, nel 2024 sono stati complessivamente circa 170 i casi di sifilide trattati. Dall’inizio di quest’anno sono stati diagnosticati 38 nuovi casi. Mantenendo l’attuale trend, nel corso del 2025 potrebbero essere oltre 200. Nel 90% dei casi le infezioni hanno interessato soggetti di sesso maschile. Più frequentemente (ma non solo) maschi che fanno sesso con maschi”.

Quali sono le principali vie di contagio

Celesia prosegue: “La fascia di età coinvolta è estremamente ampia e va dai 18 ai 68 anni. La diffusione è principalmente legata al mancato uso del preservativo e all’elevato numero di rapporti occasionali. La trasmissione è legata a tutte le modalità di rapporto: genitale, anale o orale. Spesso non si ha alcuna consapevolezza dei rischi che si potrebbero correre in seguito ad una infezione e alle possibili complicanze che, anche a distanza di molti anni, potrebbero verificarsi in caso di mancata o ritardata diagnosi”.

Oltre alla sifilide, le malattie sessuali più frequenti sono gonorrea, clamidia e tricomoniasi, cui si aggiungono epatite B, infezioni da herpes virus (HSV), HIV e papillomavirus umano (HPV).A livello nazionale i dati dell’Istituto Superiore di Sanità confermano negli ultimi anni un aumento di circa il 50% dei casi di sifilide, del 20% dei casi di gonorrea e del 25% di quelli di clamidia, l’infezione invisibile, spesso asintomatica, che può causare sterilità.

I sintomi più frequenti

L’infettivologo del Garibaldi ha spiegato che “tra i sintomi più frequenti delle infezioni a trasmissione sessuale possiamo osservare secrezioni genitali, dolore pelvico, comparsa di prurito e di lesioni nella regione dei genitali, dell’ano o della bocca. Ma anche manifestazioni cutanee estese al tronco, alle mani ed ai piedi, come nel caso della sifilide secondaria. La sintomatologia è varia e dipende dal grado e dal tipo di infezione. Talvolta i sintomi possono essere assenti, aspecifici o poco significativi, facilitando così ulteriormente la trasmissione. Sono necessari screening e interventi sulla popolazione per aumentare la consapevolezza del rischio di contrarre una infezione nel corso di rapporti sessuali non protetti”.

“Una campagna di informazione dovrebbe raggiungere, soprattutto, ma non solo, chi pratica con disinvoltura scambismo e promiscuità, facendo uso talvolta di ‘aiutini farmacologici’ che consentono di moltiplicare i rapporti e di conseguenza la diffusione delle infezioni”.

Rapporti protetti per prevenire la sifilide

Le malattie trasmesse sessualmente possono generare tumori e provocare sterilità sia nella donna che nell’uomo. Una sifilide contratta in gravidanza e non riconosciuta può determinare danni, anche irreversibili, per i nascituri. Ecco perché è importante che le donne in gravidanza si sottopongano a visite ed esami di controllo.

“L’unico mezzo efficace per evitare la trasmissione di questo tipo di infezioni – conclude Celesia – è l’uso costante del preservativo, anche se l’utilizzo è spesso limitato per alcune pratiche extra-genitali. È altresì importante che il personale sanitario ed i medici di medicina generale affrontino, senza avere vergogna o timore, queste tematiche con i propri assistiti. Le infezioni possono essere diagnosticate e trattate con facilità, bisogna solo fare le giuste domande”.