Santapaola-Ercolano, luce sugli omicidi di “Giorgio Armani” e Costanzo – DETTAGLI  e VIDEO

Santapaola-Ercolano, luce sugli omicidi di “Giorgio Armani” e Costanzo – DETTAGLI e VIDEO

CATANIA – Sono sei le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti alla famiglia Santapaola- Ercolano. Si tratta di:

  • Luigi Ferrini, 45 anni;
  • Angelo Pappalardo, 42 anni;
  • Pietro Privitera 41 anni;
  • Marco Strano, 37 anni;
  • Arnaldo Santoro, 43 anni, detenuto per altra causa;
  • Maurizio Zuccaro, 58 anni, detenuto per altra causa,

Il provvedimento cautelare è stato emesso in seguito alle indagini condotte per due omicidi, perpetrati a brevissima distanza temporale l’uno dall’altro, rispettivamente ai danni di:

  • Salvatore Di Pasquale, inteso Giorgio Armani, avvenuto a Catania il 29 aprile 2004;
  • Michele Costanzo, avvenuto a Catania il 3 maggio 2004.

I delitti sono stati oggetto di precedenti procedimenti penali, in seguito ai quali è stata affermata la responsabilità di Salvatore Guglielmino e Dario Caruana in ordine all’omicidio Di Pasquale, e di Lorenzo Saitta in relazione all’omicidio Costanzo.

Essi, inoltre, sono ascrivibili al contrasto allora in essere in seno alla famiglia Santapaola – Ercolano, tra la fazione facente capo a Antonino Santapaola (inteso Nino u pazzo) e Alfio Mirabile, e quella riferibile a Giuseppe Ercolano e Francesco Mangion, come peraltro già emerso in seno all’indagine Dionisio, scontro nato intorno a questioni di supremazia all’interno della famiglia e al connesso controllo di talune lucrose attività economiche di interesse per l’associazione.

Col provvedimento oggi eseguito si è fatta ulteriore chiarezza sulle causali dei delitti, giungendo alla compiuta identificazione di tutti gli autori dell’omicidio Di Pasquale e di un ulteriore responsabile dell’omicidio Costanzo. Ciò è stato reso possibile poiché a quelle dei collaboratori di giustizia Paolo Mirabile, Giuseppe Mirabile, Fabrizio Nizza, Giuseppe Scollo e Davide Seminara, ascoltati nei precedenti procedimenti, si sono aggiunte le dichiarazioni di Dario Caruana e Francesco Squillaci. Ed è proprio sulla scorta di tali apporti dichiarativi e in conseguenza dei riscontri delegati ai carabinieri del ROS, che il gip del Tribunale di Catania, ha accolto in toto la ricostruzione cui è pervenuta alla Direzione Distrettuale.

È quindi possibile affermare quanto segue:

  • omicidio di Salvatore Di Pasquale e ferimento di Pietro Masci: quando Mirabile rimase vittima di un agguato (24 aprile 2004), Di Pasquale – che conosceva il legame tra i propri aggressori e la vittima – commise la grave imprudenza di plaudire apertamente all’evento al punto tale da essere “sospettato” di essere coinvolto nel ferimento dello stesso Mirabile. Di qui l’omicidio, che ha visto coinvolti (oltre Caruana e Guglielmino già giudicati) Strano, Privitera, Pappalardo e Ferrini, il primo e il secondo col compito di avvistare la vittima e segnalarne la presenza, il terzo quale componente del gruppo di fuoco con compito di condurre l’autovettura a bordo della quale viaggiavano i killer e l’ultimo quale ulteriore partecipe del commando, col compito di supporto ai killer in caso di necessità.

 

  • omicidio di Michele Costanzo e ferimento di Antonino Sangiorgi: il 3 maggio 2004, un gruppo di fuoco composto da più killer, giunti in parte a bordo di autovettura, ha assassinato Michele Costanzo, “padroncino” della Mediterranea Distribuzione Logistica (concessionaria della D.H.L.), formalmente dipendente della stessa (in essa si registravano forti interessi economici di Alfio Mirabile, che si atteggiava a dominus della ditta), e ha ferito Antonino Sangiorgi, rappresentante legale della citata M.D.L., il quale si trovava accanto a Costanzo. La causale del delitto va ancora una volta individuata nella volontà degli Ercolano, storico e aggressivo braccio economico e imprenditoriale della famiglia di cosa nostra catanese, di sottrarre ai Mirabile la gestione della M.D.L.. Ad agire fu il gruppo di San Cocimo, capeggiato da Maurizio Zuccaro, che ha avuto il ruolo di mandante, nella persona di Lorenzo Saitta (già condannato all’ergastolo) e Arnaldo Santoro. Già a poca distanza dai fatti, inoltre, a carico di Saitta e Santoro fu operato il sequestro di caschi dello stesso modello e colore di quelli calzati dai killer ripresi dalla telecamera di video – sorveglianza della M.D.L. sui quali, all’esito delle indagini di laboratorio, furono rinvenuti residui di polvere da sparo aventi composizione equivalente a quelli rinvenuti all’interno dei bossoli repertati sul luogo dell’omicidio.