Sanità Catania: applicazione piano Sanitario regionale, stop ai lunghi periodi d’attesa per visite specialistiche e strumentali

CATANIAMaurizio Attanasio, segretario generale della Cisl catanese, e Marco Lombardo, vice reggente della Fnp Cisl etnea, hanno commentato la notizia dell’imminente applicazione del Piano regionale delle liste d’attesa in sanità 2019-2021.

Accogliamo positivamente le iniziative inserite nel Piano sanitario regionale per ridurre i lunghi periodi d’attesa per le visite specialistiche e strumentali volute dall’assessore Ruggero Razza e dal presidente Musumeci. La strada è lunga e, qualche altro passo deve essere fatto, ma la direzione tanto auspicata anche dalla Cisl è quella giusta. Diamo atto alla giunta regionale di aver risposto concretamente alle sollecitazioni più volte arrivate anche dalla Cisl e dalla Fnp pensionati Cisl di Catania”.

E ancora: “A nostra memoria, è la prima volta che un governo regionale affronta in modo così risolutivo l’atavica questione delle lunghe liste d’attesa e dei viaggi della speranza, vera e propria piaga sociale e particolarmente gravosa, specie per la popolazione anziana e per quanti non sono nelle condizioni di poter sostenere il costo di visite o analisi strumentali a pagamento”.

Il Piano di contrasto alle liste d’attesa, così articolato va nella direzione auspicata dalla Cisl e più volte sollecitata all’assessore Razza. Naturalmente vigileremo che tutto proceda come progettato e segnaleremo direttamente allo stesso assessore eventuali disfunzioni perché si possano correggere in tempo. La Cisl e la Fnp Cisl di Catania ritengono comunque che il Piano, assieme alla graduale attivazione dell’ospedale San Marco, siano per ora alcune delle tessere del quadro più complessivo della sanità catanese, riguardante gli utenti, che va completato con i presidi della medicina territoriale. Si tratta di attivare i PTA, presidi territoriali di assistenza che sono strutture idonee a trattare i casi non acuti e necessarie per decongestionare così il carico di lavoro dei pronto soccorso, che comporta ancora oggi lunghe file e pesanti ripercussioni sia sugli operatori sia sui pazienti. Ricordiamo all’assessore che proprio l’ospedale Vittorio Emanuele potrebbe essere destinato come sede di PTA, ad esempio utilizzando quei reparti restaurati da non molto tempo”.

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