CATANIA – Nella mattinata odierna alle ore 9,45 la gioielleria “Orogemma”, sita in via Umberto a Catania, è stata oggetto di una rapina da parte di due individui che, inizialmente, simulando l’acquisto di un braccialetto, hanno ben presto rivelato le loro reali intenzioni minacciando – senza l’utilizzo di alcuna arma e aventi unicamente una mascherina chirurgica – di fare del male al titolare e alla dipendente.
Nella circostanza, nonostante la reazione delle vittime, i due malviventi, dopo una breve colluttazione, sono riusciti a immobilizzarle, fermandone i polsi con delle fascette di plastica autobloccanti e razziando quindi monili e denaro per un valore complessivo di circa 1.500 euro.
L’immediato allarme di rapina, pervenuto al 112 NUE, però, ha consentito l’intervento sul posto di due pattuglie del Nucleo Radiomobile del Comando Provinciale di Catania che sono giunte in pochi secondi, trovando addirittura i due rapinatori appena usciti dalla gioielleria con la refurtiva nelle mani. La loro intimazione di fermarsi ha però fatto sì che i criminali gettassero in terra i preziosi dandosi alla fuga, ognuno in direzione diversa.
Uno dei malviventi, il 22enne Emanuele Uccellatore di Mascalucia, in particolare, dopo una fuga di circa 200 metri è stato bloccato e ammanettato nell’immediatezza da un militare in piazza Horacio Majorana, mentre l’altro è riuscito a dileguarsi.
Nel corso delle immediate ricerche, grazie anche a un rapido esame delle immagini estrapolate da sistemi di videosorveglianza ubicati nei pressi, nonché dei controlli del territorio del citato arrestato, è stato possibile identificare il complice. Si tratta di Alessandro Del Pozzo, di 22 anni, rintracciato nella sua abitazione di Mascalucia e precedentemente arrestato proprio con il complice nel settembre del 2017 per reati in materia di droga.
Il riconoscimento di quest’ultimo da parte del gioielliere, vittima della rapina, nonché la concordanza di un particolare modello di scarpe sportive indossate nelle fasi dell’azione criminale, con quelle indossate dal 22enne al momento del suo arresto, hanno posto il sigillo sulla sua certa identificazione. I due, espletate le formalità di rito, sono stati portati in carcere come disposto dal magistrato di turno della Procura della Repubblica di Catania.