Prepararsi alla maturità con ChatGPT: è davvero una marcia in più? Parola ai maturandi catanesi

Prepararsi alla maturità con ChatGPT: è davvero una marcia in più? Parola ai maturandi catanesi

CATANIA – Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.” Ebbene, versi ideali per descrivere alla perfezione la condizione degli studenti in sessione e, in particolare, dei maturandi. Mentre i più giovani del liceo sono ufficialmente in vacanza, loro trascorrono le giornate tra libri, riassunti e litri di caffè.

Con oggi siamo esattamente a metà della prima settimana di esami orali, e il traguardo è ancora lontano: si presume che si andrà avanti fino a luglio. Nel frattempo, i livelli di cortisolo hanno superato ogni soglia immaginabile. L’ansia regna sovrana: è quella paura di sbagliare, quel timore di non riuscire a soddisfare le proprie aspettative – o, molto più spesso, quelle degli altri.

Eppure, un elemento nuovo si è inserito nel panorama dello studio: l’intelligenza artificiale. Oggi i maturandi – e gli studenti in generale – hanno a disposizione una vera e propria “marcia in più” per velocizzare l’apprendimento, e questa marcia si chiama ChatGPT. Naturalmente, non si tratta di sostenere la sottomissione dell’essere umano all’IA, ma piuttosto di riconoscere un supporto concreto, una mano tesa nei momenti più concitati.

Vediamo allora più da vicino qual è il rapporto tra i maturandi e ChatGPT, e come stanno affrontando – o sopravvivendo – a questi giorni ad alta tensione.

Maturità e ChatGPT: “Ho recuperato argomenti e colmato le mie lacune”

Ai nostri microfoni, innanzitutto, è intervenuto Giovanni, studente del Liceo delle Scienze Umane, che ha condiviso il suo “intimo” rapporto con ChatGPT, in particolare in vista dell’Esame di Stato.

“Devo ammettere che non ho sempre ascoltato in classe alcune spiegazioni importanti dei miei docenti, e di questo mi pento assolutamente. Intorno a maggio, dato che per l’esame orale dobbiamo preparare i cosiddetti ‘nuclei tematici’, ho chiesto a ChatGPT se potesse darmi un’idea su come organizzarli e aiutarmi con gli approfondimenti. È stato un grande successo: sono riuscito a recuperare argomenti che mi mancavano e a colmare le mie lacune.”

Una simile visione arriva da Leonardo, studente del Liceo Artistico:

“Non ho mai avuto problemi di studio: sono un ragazzo con un buon metodo, che si è sempre impegnato nel corso dei cinque anni. Ma ammettiamolo: chi è che non accetterebbe un ‘aiutino’ per velocizzare i propri compiti? E non mi riferisco a copiare, ma a pagine e pagine di appunti e dispense che adesso, grazie a ChatGPT, riesco a preparare molto più velocemente.”

“Uso ChatGPT per riscrivere i testi e memorizzare meglio”

Un’altra testimonianza ci arriva da Chiara, anche lei maturanda, che analizza la questione con lucidità:

“ChatGPT non è particolarmente affidabile. La nostra generazione ha vissuto numerosissimi cambiamenti nel metodo di studio. A partire dal mio quarto anno di liceo, ho vissuto il boom di ChatGPT. La cosa positiva è che, avendo studiato con costanza fin dalle elementari, ho forgiato un mio metodo di studio. Lo uso per far riscrivere i testi, così da memorizzare in maniera più semplice. Di sicuro, le risposte sono più dirette rispetto a Google. È lo stesso metodo che sto utilizzando anche per il mio orale.”

“L’ho usato e ho preso 5 e mezzo”

Rachele, in procinto di affrontare la maturità scientifica, conferma la sua esperienza negativa:

“Al minimo dubbio non si esita a digitare la domanda al fatidico ChatGPT. Posso parlare per esperienza: a inizio anno mi sono preparata un’interrogazione abbastanza lunga interamente con ChatGPT. Risultato? Ho preso un misero 5 e mezzo: i contenuti erano quasi tutti sbagliati. Mi è servito da lezione. Mai più userò questo bot per studiare.”

ChatGPT come supporto, non come sostituto dello studio

Bisogna però considerare, come fa notare Andrea – diplomato lo scorso anno – che l’intelligenza artificiale non deve sostituire il lavoro dello studente:

“Ho sempre fatto gli appunti per bene. Ho sempre segnato in classe tutto ciò che i miei professori spiegavano. Ovviamente non sono né uno stenotipista né una macchina, non potevo mai e poi mai copiare tutti i concetti. Quello che facevo era trasferire i miei appunti a ChatGPT e chiedergli di aggiungere alcuni dettagli. Questo, a mio avviso, è un buon uso di questa applicazione.”