CATANIA – Si è svolto ieri, 7 febbraio, a partire dalle 15,30, in piazza Croce Rossa a Vulcania un evento per dire fermamente “No alla violenza sulle donne“. Presente, oltre a una moltitudine di ragazzi, anche il presidente della III Circoscrizione, Paolo Ferrara e una rappresentanza della Consulta giovanile di Catania.
Come segno permanente di speranza e memoria, gli intervenuti hanno colorato una panchina col colore rosso. Tale gesto è stato compiuto in ricordo di Giovanna (conosciuta da tutti come Jenny) Cantarero, 27 anni e madre di una bambina ancora in tenera età, uccisa a colpi di arma da fuoco davanti al panificio-pasticceria dove lavorava, a Lineri, frazione di Misterbianco, in provincia di Catania.
La panchina rossa, infatti, rappresenta oggi il simbolo della sensibilizzazione sulla violenza alle donne: il colore è associato proprio alla lotta per le pari opportunità e rifiuto di ogni forma di aggressione nei confronti delle donne.
Che sia fisica, verbale o “silenziosa”, la violenza è sempre da combattere e ripudiare, perché lascia segni indelebili che nemmeno il tempo potrà mai cancellare. “Ferite dell’anima” che non vanno via.
Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto Giuseppe Pisa, componente della Consulta giovanile e delegato alla III Circoscrizione: “In sinergia la Consulta con la III Circoscrizione si è impegnata fin da subito per questa iniziativa, per portare avanti questa idea e soprattutto per far sì che questa panchina rossa diventi un monito, un ricordo per le vittime, al fine di evitare che vengano commessi nuovamente questi gesti ignobili“.
“Nella giornata di ieri, con tante ragazze e ragazzi siamo stati a colorare la panchina. Un gesto forte e importante per dire ‘No’ alla violenza di genere, ‘No’ al femminicidio“, conclude.
Un bel messaggio lanciato il giorno prima della Giornata internazionale dei diritti della donna, che si celebra oggi 8 marzo, per ricordarci sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia – purtroppo – le discriminazioni e i soprusi mascherati da “amore” che troppe donne sono state e sono ancora costrette a subire.