CATANIA – Sono iniziati ieri i primi interrogatori degli arrestati dell’operazione Mercurio a Catania. 19 i finiti in manette per associazione di tipo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori e scambio elettorale politico-mafioso. Ed è proprio sui “favori” per entrare in politica che l’attività investigativa ha svelato il coinvolgimento di esponenti di spicco della politica catanese. Primo fra tutti il deputato regionale Giuseppe Castiglione.
Gli interrogatori dell’operazione “Mercurio”: così si difende Castiglione
L’esponente del Mpa si è difeso respingendo ogni accusa e proclamandosi estraneo a qualsiasi ipotesi di voto di scambio politico-mafioso. Castiglione ha affrontato l’interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, rispondendo per circa un’ora alle domande del G.I.P. Anna Maria Cristaldi. Presenti anche il pubblico ministero Raffaella Vinciguerra e il suo avvocato difensore, Salvo Pace. Quest’ultimo, alcune ore dopo l’arresto, aveva comunicato l’intenzione del suo assistito di dimettersi dai propri incarichi, ma non dall’Ars.
Il parlamentare ha chiarito i suoi rapporti con Domenico Colombo, uno degli indagati, dichiarando di non essere a conoscenza di eventuali collegamenti di quest’ultimo con la criminalità organizzata. Ha spiegato di conoscerlo esclusivamente in quanto dipendente dell’Amts, e lo stesso ha affermato riguardo ai suoi rapporti con Giuseppe Coco, entrambi coinvolti nella sua campagna elettorale. Castiglione ha sostenuto che i suoi interventi si sono limitati a segnalazioni di problematiche nel quartiere Librino, come buche stradali o aiuole da sistemare. Anche Rosario Bucolo, altro indagato, gli avrebbe chiesto un intervento per la riqualificazione di una piazzetta abbandonata, richiesta che il deputato afferma di aver accolto con un sopralluogo personale e una successiva sollecitazione alle Autorità competenti.
Sul regolamento cimiteriale approvato dal Consiglio comunale poco prima della sua candidatura alle Regionali del 2022, Castiglione ha dichiarato che l’atto era stato presentato dalla giunta in carica e che il suo unico intervento era stato quello di convocare la conferenza dei capigruppo per scongiurare la perdita di un finanziamento di un milione di euro. Ha precisato che la delibera è stata approvata senza modifiche e senza il suo coinvolgimento attivo.
Il consigliere comunale di Misterbianco Matteo Marchese: le dimissioni e l’interrogatorio
Nel frattempo, Matteo Marchese, ex consigliere comunale di Misterbianco, ha annunciato le proprie dimissioni durante l’interrogatorio di garanzia. Anche lui arrestato per voto di scambio nell’ambito dell’inchiesta “Mercurio”, ha affrontato l’udienza davanti al G.I.P. Cristaldi, assistito dall’avvocato Salvo Pace. Marchese ha spiegato la sua conoscenza con Domenico Colombo, ritenuto dagli inquirenti il tramite tra il clan e la sua campagna elettorale per le amministrative del 2021. Ha descritto Colombo come un millantatore, affermando che nei quartieri in cui quest’ultimo sosteneva di avergli procurato voti, come Lineri e Monte Palma, non ha mai ottenuto più di 10-12 preferenze. Marchese ha inoltre affermato di aver scoperto i legami di Colombo con la famiglia Santapaola solo in occasione dell’organizzazione del suo matrimonio e di non averlo mai allontanato perché, a suo dire, non aveva nulla da nascondere.
Durante l’interrogatorio, Marchese ha anche affrontato il tema della sua conoscenza con Antonino Bergamo, già condannato per essere stato uomo di fiducia del boss Aiello. L’ex consigliere comunale ha sostenuto che il loro legame era legato esclusivamente alla passione comune per il calcetto e la caccia, sottolineando che Bergamo era in possesso di un regolare porto d’armi. Anche in questo caso, Marchese ha spiegato di non aver mai preso le distanze dopo aver appreso delle sue frequentazioni con ambienti mafiosi, non ritenendo di aver commesso alcun illecito.
Riflettori sul Comune di Ramacca: la decisione del Prefetto di Catania
A seguito degli arresti, il Prefetto di Catania, Maria Carmela Librizzi, ha disposto la sospensione dalle loro cariche del sindaco di Ramacca, Nunzio Vitale e del vicepresidente del Consiglio comunale Salvatore Fornaro. Il provvedimento è stato adottato in applicazione della Legge Severino, che prevede la sospensione immediata dagli incarichi pubblici in caso di arresto per reati di questo tipo.
Antimafia all’Odg a Palermo. Cracolici: “Attenzione ai legami tra politica e criminalità“
Ieri, nella sede dell’Ordine dei giornalisti a Palermo, il presidente della Commissione Antimafia regionale, Antonello Cracolici, ha espresso piena solidarietà ai giornalisti minacciati e intimiditi nel loro lavoro. “Non si tratta solo di minacce dirette, come nel caso di Salvo Palazzolo, ma anche di querele temerarie e di tentativi di ostacolare la diffusione della verità all’opinione pubblica“, ha dichiarato Cracolici durante la seduta della commissione, alla quale hanno partecipato i direttori delle principali testate giornalistiche siciliane.
Il caso Castiglione e la lotta ai legami tra politica e mafia
Cracolici ha poi affrontato il tema delle recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto la Commissione Antimafia stessa, riferendosi all’arresto di Giuseppe Castiglione, deputato dell’Mpa e membro della commissione. “L’Antimafia non è un luogo di impunità o immunità. Abbiamo appreso che Castiglione intende dimettersi, ma la commissione ha già avviato le procedure per la sua decadenza“, ha dichiarato Cracolici.
Riflettendo sui rapporti tra politica e criminalità organizzata, il presidente dell’Antimafia regionale ha sottolineato: “In Sicilia la politica incrocia la criminalità nei territori. Cosa nostra ha sempre cercato di instaurare rapporti con le istituzioni per rafforzare il proprio potere. La domanda da porsi non è solo se sia la mafia a cercare la politica o viceversa, ma come spezzare questa rete di relazioni pericolose“.
Un’audizione diffusa per monitorare il territorio
La Commissione Antimafia ha annunciato l’avvio di una serie di audizioni sul territorio siciliano, partendo da Catania. “Abbiamo concordato con il prefetto un incontro il 13 marzo con forze dell’ordine, magistrati e sindaci per rafforzare l’attenzione e la responsabilità delle classi dirigenti locali. La battaglia si combatte nei territori: isolare i mafiosi significa impedire che possano esercitare influenza sulle comunità“, ha aggiunto Cracolici.
Le nuove generazioni mafiose e l’offensiva culturale
Un altro aspetto cruciale affrontato da Cracolici riguarda l’emergere di nuove generazioni di mafiosi, attratte da una narrazione mitologica della criminalità organizzata. “Assistiamo a una nuova offensiva culturale che rende la mafia attraente per ampie fasce della società, attraverso la musica neomelodica e la mitizzazione dei boss“, ha affermato il presidente dell’Antimafia. Ha poi fatto riferimento al “testamento” lasciato da Matteo Messina Denaro alla figlia, definendolo “un tentativo di perpetuare una visione di anti-Stato anche dopo la morte“.
La lotta alla mafia, ha concluso Cracolici, non può limitarsi all’azione repressiva contro i boss, ma deve coinvolgere la società nel contrastare ogni forma di legittimazione e glorificazione della criminalità organizzata.