CATANIA – “Non chiamatelo amore. Non chiamatelo raptus!”. Nei balconi della Uil su via Sangiuliano uno striscione ricorda che la Giornata della Donna, lunedì 8 marzo, non può dirsi festa: “C’è davvero poco da celebrare – spiega la segretaria generale dell’organizzazione sindacale etnea, Enza Meli – perché sono ancora tante, troppe, le vittime di abusi e discriminazioni, mobbing e stalking, maltrattamenti e femminicidi. La pandemia ha peraltro esasperato questa inaccettabile condizione, soprattutto tra le mura di casa dove bisognerebbe invece sentirsi protette e volute bene”.
Aggiunge la segretaria Uil: “Per ricordare le vittime, ma ancor di più per lanciare un messaggio agli uomini che odiano le donne, abbiamo voluto quello striscione dove è visibile pure una panchina rossa. L’abbiamo inaugurata due anni fa nel cortile della nostra sede provinciale con le tragiche testimonianze di Giovanna Zizzo e Vera Squadrito, madri di Laura Russo e Giordana Di Stefano. Invitiamo tutti, soprattutto i più giovani, a sedersi su quella panchina anche solo per un attimo e leggere la targhetta che riporta una frase di Isaac Asimov: La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci. Se la ricordino tutti, innanzitutto i signori maschietti!”.
Lunedì 8 marzo, intanto, Enza Meli e le donne della Uil Pari Opportunità Catania seguiranno in videoconferenza dalla sala “Mico Geraci” l’evento unitario per la Giornata della Donna nel corso del quale interverranno il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e i segretari generali di Cgil e Cisl. Per il pomeriggio, invece, la Uil Rua – l’organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Ricerca, Università e Alta Formazione – ha in programma un webinar nazionale su “Donne, saperi e lavoro nell’area euromediterranea. Idee e prospettive a confronto”.
Tra i relatori, la giurista catanese Ida Nicotra che anticipa così alcuni passaggi della sua riflessione: “L’otto marzo è il giorno in cui si celebra la donna. Fuor di retorica è un’occasione per ricordare le tappe di un percorso complesso verso il superamento delle diseguaglianze di genere. La democrazia paritaria è un cammino, ad ostacoli. Come in un’altalena di eventi. Ancora più frastagliato e pieno di insidie nel nostro Sud. Se n’è accorta anche l’Europa che tiene insieme Mezzogiorno e parità di genere come stretti in un abbraccio nel Next Generation Eu. Lo stereotipo che vuole uomini e donne in percorsi professionali differenziati resiste ancora. Bisogna rimuovere le scorie che limitano la partecipazione delle donne alla vita economica, politica e sociale. Il Piano nazionale di Resilienza e di Ripresa accelera sul potenziamento dello Stem (il sapere tecnico-scientifico, ndr) per assicurare uguali chances delle donne nella formazione di competenze digitali, tecnologiche, ingegneristiche. Per dare pari opportunità alle donne bisogna investire in asili nido e scuole dell’infanzia. La conciliazione dei tempi lavoro-famiglia attraverso il rafforzamento dei congedi parentali ai padri è un ulteriore tappa sulla tortuosa via dell’effettivo equilibrio tra i sessi”.
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