CATANIA – Nella giornata del 10 maggio scorso, la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha coordinato le attività svolte dalla Squadra Mobile che ha posto in stato di fermo di indiziato di
delitto tre soggetti di nazionalità palestinese in quanto gravemente indiziati del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravata ed in concorso.
Chi sono le persone poste in stato di fermo
- Segher Beker (46 anni);
- Salem Allahham (29 anni);
- Ziad Alnajjar (24 anni).
Da dove sono partite le indagini
Le indagini, coordinate dall’Ufficio etneo ed eseguite dalla Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile, hanno permesso di acquisire, allo stato degli atti, elementi che dimostrerebbero come i tre cittadini extracomunitari fermati sarebbero stati i membri dell’equipaggio di due delle tre imbarcazioni che hanno trasportato i migranti verso l’Italia, deputati a diversi ruoli, tra cui il comando dell’imbarcazione e le attività concernenti le riparazioni del motore di bordo.
Le investigazioni hanno tratto origine dalle consuete attività svolte in occasione degli arrivi di migranti ed in particolare quando il 9 maggio scorso, sono giunti, nell’ambito portuale etneo, a bordo della motovedetta della Capitaneria di Porto CP 320, 107 migranti di varie nazionalità. I 107 migranti, trasportati a Catania, viaggianti a bordo di tre natanti in resina, sono stati recuperati dalla nave petroliera “Copper Spirit imo number 9427639”, in acque S.A.R. maltesi, ed una volta a Catania, dopo le prime incombenze di tipo amministrativo e sanitario, sono stati sentiti alcuni di loro, con l’ausilio di interpreti all’uopo nominati, acquisendo informazioni utili ai fini dell’individuazione dei tre scafisti, che si alternavano nella guida delle due imbarcazioni di 8/9 metri ciascuna partite dalla spiaggia di Bengasi, sulle quali erano state fatte salire un totale di 72 persone.
Il racconto di alcuni testimoni
I testimoni hanno narrato plurimi dettagli relativi al prezzo pagato ai trafficanti ammontante a circa 3.500 euro per l’intera tratta dal paese di origine all’Italia, descrivendo pure le fasi della traversata via mare, compresi i momenti di tensione avuti sulla barca in vetro resina per continui guasti al motore e a causa di una tempesta, rischiando il naufragio.
Ultimati gli atti di rito, i tre fermati sono stati rinchiusi nel carcere catanese di Piazza Lanza.
Il quadro indiziario raccolto, pur in una fase processuale che non ha ancora consentito l’intervento delle difese, ha poi permesso di richiedere ed ottenere dal competente Giudice per le indagini preliminari, la convalida del provvedimento di fermo e l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.
Foto di repertorio