LINGUAGLOSSA – Riapre il campanile della chiesa di Sant’Antonio e Vito.
Il parroco don Salvatore Blanco: “Il suono delle campane è segno di speranza per la nostra comunità”
Il campanile della chiesa di Sant’Antonio e Vito di Linguaglossa, è stato recentemente riaperto dopo importanti lavori di restauro e miglioramento sismico.
La struttura, che rappresenta uno dei simboli più importanti del centro storico, è stata oggetto di un intervento complesso e articolato, resosi necessario per garantire la sicurezza e la tutela di questo monumento.
Il campanile era stato dichiarato inagibile alcuni anni fa, ponendo così un limite alla sua funzione e fruibilità per la comunità.
Oltre ai danni strutturali provocati dagli eventi sismici che si sono susseguiti, la torre campanaria mostrava segni evidenti di degrado e danni alla costruzione in cemento armato. Questo fenomeno aveva compromesso la stabilità dell’edificio, rendendo indispensabile un intervento di ripristino.
L’opera, costata circa 100mila euro, è stata finanziata grazie al contributo del 70% dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, mentre il restante 30% è dovuto a una raccolta fondi della comunità.
Il progetto ha coinvolto ingegneri, architetti e l’azienda “Porto Costruzioni“. Il parroco ha sottolineato l’importanza del recupero per la comunità, che ha riacquistato un importante simbolo storico e culturale.
Il progetto, eseguito dallo Studio Edile 360 S.R.L di Linguaglossa, ha visto l’impegno di ingegneri strutturali, architetti e specialisti del settore, come l’ing. Carlo Scuderi, gli architetti Nunziata Scuderi, Biagio Rapisarda e Amalia Maria Pennisi e l’imprenditore Francesco Porto dell’azienda “Porto Costruzioni”.
Il parroco don Salvatore Blanco, nel ringraziare il vescovo acese mons. Antonino Raspanti e i preposti Uffici di Curia per l’interesse mostrato, ha affermato: “Le campane, che dopo tanti anni hanno nuovamente risuonato nella piazza, hanno rappresentato un segno di rinascita e di ritorno alla normalità. La comunità ha recuperato un pezzo importante della sua eredità culturale“.
L’ing. Carlo Scuderi, che ha lavorato in sinergia con l’arch. Nunziata Scuderi, ha dichiarato: “Il restauro è stato reso possibile grazie all’impegno congiunto delle istituzioni locali, delle soprintendenze e dei cittadini, a testimonianza di quanto il patrimonio storico e artistico della città sia sentito e valorizzato“.
Hanno collaborato allo sviluppo del progetto anche gli architetti Biagio Rapisarda e Amalia Maria Pennisi.
L’imprenditore Francesco Porto, dell’azienda “Porto Costruzioni”, esecutrice dei lavori, ha concluso dicendo: “L’intervento di restauro oltre alla resistenza sismica ed al risanamento del calcestruzzo danneggiato ha previsto anche lavori di manutenzione straordinaria per ripristinare le finiture interne ed esterne, utilizzando malte speciali e migliorando gli impianti elettrici e le parti metalliche“.
Con il completamento di quest’intervento la chiesa di Sant’Antonio e Vito ha recuperato pienamente il suo ruolo nel contesto cittadino, sia luogo di culto, che come centro d’interesse storico e culturale.
Ne è prova che tutt’oggi suonare le campane manualmente per le ricorrenze è una tradizione importante, tenuta ancora viva da Gianluca Turnaturi.
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