CATANIA – L’espressione del popolo ebraico che accolse in maniera festosa e solenne l’ingresso di Gesù a Gerusalemme: “Benedetto colui che vien nel nome del Signore” è stata scelta come titolo della guida della comunità diocesana in preparazione all’incontro solenne del nuovo Arcivescovo Monsignor Luigi Renna.
Appena resa nota la nomina ha inviato ai catanesi un messaggio nel quale afferma che giunge a Catania con la “sarcina semplice e rammendata come quella che i nostri braccianti portavano nei campi e nella quale avevano tutto ciò che serviva al loro sostentamento: nella mia c’è la Parola di Dio, c’è il Pane che genera comunione, ci sono i volti delle persone a cui sono grato e che mi hanno insegnato, nonostante i miei limiti, a essere almeno un po’ pastore“.
Ecco che sabato 19 febbraio ore 16,30 in Cattedrale il nuovo Pastore succederà a Monsignor Salvatore Gristina e nel prendere possesso del governo-servizio della Chiesa di Catania, prenderà sulle spalle e abbraccerà la Comunità diocesana come la simbolica pecorella.
Comincerà così il “cammino sinodale” con i concittadini di Agata, nella ripresa e nella resilienza dei valori cristiani della fede, della giustizia, della carità che si fa dono e accoglienza, dando sostegno e conforto a quanti soffrono nel corpo e nella mancanza di lavoro, di casa e di educazione.
Il sorriso accogliente del nuovo Pastore infonde speranza e fiducia, le sue parole sono dense di saggezza e di bontà, il suo cuore trasmette una forte carica di umanità e di spirituale paternità nella consapevolezza di farsi carico del popolo catanese che ha oggi gli appartiene e insieme alla sua nuova famiglia inizia il nuovo cammino di costruzione di valori e di spiritualità.
Il motto del suo stemma “Edificare nella carità”, diventa programma e impegno di vita e come Egli stesso afferma: “È lampada ai miei passi”, guida sicura per un proficuo cammino sinodale verso il 2025 al fine di restituire vitalità all’intera Comunità diocesana.
Il nuovo Pastore, che sarà il quarto Vescovo di Catania di nome “Luigi”, dopo Mons Luigi Caracciolo (1530-1536); Mons Luigi Bentivoglio (1952.1874) e Mons Luigi Bommarito (1988.2002) , ha inserito nel suo stemma l’immagine del melograno, frutto che richiama la carità e, per la modalità compatta con cui sono disposti i chicchi al suo interno, la comunione ecclesiale che certamente alimenterà e con la sua guida saprà rendere viva la presenza della Chiesa nel tessuto sociale, culturale e spirituale.