CATANIA – “Ancora una volta, la prontezza e la professionalità della Polizia penitenziaria hanno evitato il peggio: il detenuto che ha appiccato il fuoco all’IPM di Catania si è salvato solo grazie all’intervento immediato del personale“.
Con queste parole, il segretario nazionale della Uil Pubblica Amministrazione Polizia Penitenziaria Armando Algozzino commenta l’ultimo episodio incendiario avvenuto venerdì 11 febbraio nel carcere minorile di Bicocca.
“Assistiamo – spiega l’esponente sindacale – a una pericolosissima escalation di incendi e proteste, nella stragrande maggioranza dei casi immotivate, da parte dei ristretti all’Istituto Penale per i Minorenni di Catania: in due settimane ben cinque stanze sono state date alla fiamme“.
Nei giorni scorsi, infatti, la sigla sindacale aveva denunciato la drammatica situazione in atto, in occasione di un episodio simile conclusosi con l’intossicazione di tre agenti.
“L’autore del gesto – riferisce Marco Drago, componente della segreteria della UILPA Polizia penitenziaria Sicilia, in servizio durante l’accaduto – giaceva a terra in bagno, al buio e privo di sensi: se fossero trascorsi altri dieci minuti prima di trarlo in salvo, il finale avrebbe potuto essere decisamente infausto. Nello specifico, due poliziotti penitenziari hanno tirato il detenuto fuori dalle fiamme e, insieme ad altri due colleghi, hanno provveduto a rianimarlo tempestivamente“.
Il fumo e le fiamme hanno reso problematico l’intervento ma il personale è comunque riuscito a mettere in sicurezza l’Istituto.
“La situazione da fronteggiare è apparsa subito molto complicata – continua – poichè gli incendi erano due, in piani differenti della struttura: il primo, dopo le 15“.
“Non bastano più le lodi per i poliziotti penitenziari che hanno scongiurato il peggio – aggiunge Armando Algozzino – ed auspico di non essere più costretto, in futuro, a commentare simili episodi, che danno la misura della gravità estrema delle condizioni del sistema penitenziario e che, come è noto, non avvengono soltanto a Catania né tantomeno in Sicilia“.
“Appare chiaro – concludono i due segretari – che occorrono interventi urgenti e risolutivi da parte della Direzione regionale dei Centri di Palermo e, a livello nazionale, del Dipartimento per la Giustizia Minorile“.
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