Imu agricola, settore in rivolta: “È un salasso inaccettabile”

RAGUSA – Torna la temutissima Imu sui terreni agricoli e il comparto insorge. La notizia ha stroncato il Natale dei braccianti agricoli che entro il prossimo 16 dicembre dovranno pagare la tassa sui terreni.

“Attraverso il sito internet del ministero delle Finanze – spiega una nota di Confagricoltura iblea – abbiamo appreso della prossima pubblicazione del decreto di revisione delle aree di esenzione Imu per i terreni agricoli previsto dal Dl 66/14 che obbligherà milioni di possessori di terreni ubicati in oltre 4 mila comuni italiani al pagamento dell’imposta municipale entro il prossimo 16 dicembre 2014. Mancano appena 14 giorni alla scadenza, non c’è ancora il decreto ufficiale e dobbiamo apprendere dal sito che comunque il pagamento dovrà avvenire inderogabilmente entro il giorno 16″.

Se ciò venisse confermato, secondo Confagricoltura, “gran parte della maggiore imposta Imu di 350 milioni ricadrebbe sugli agricoltori, con importi in molti casi, di alcune migliaia di euro, che entro due settimane dovrebbero calcolare l’imposta e versarla; oltre tutto in una condizione di forte criticità per il settore”.

Adesso gli agricoltori chiedono al ministero di provvedere alla sospensione della pubblicazione del decreto in modo da rideterminare le fasce di esenzione e i termini di pagamento della tassa.

Anche la sezione etnea di Confagricoltura – attraverso il presidente Giovanni Selvaggi – è intervenuta in merito: “Si tratta di un’ennesima patrimoniale posta sui nostri beni produttivi più preziosi e irrinunciabili: i terreni. Nonostante oggi l’agricoltura rappresenti una delle poche frecce rimaste all’arco del nostro paese per tentare una ripresa, gli s’infligge l’ennesima imposizione capestro”.

La norma è stata duramente criticata anche da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia ed Alleanza delle cooperative agroalimentari, che ha, nei giorni scorsi, fatto riferimento anche alla violazione dello statuto del contribuente. “Sottoscriviamo quanto esposto da Agrinsieme – rimarca Selvaggi – sottolineando che il dipartimento delle finanze ha reso disponibile solo da due giorni il decreto del 28 novembre che rivede l’applicazione dell’Imu nelle zone montane al di sotto dei 600 metri. E’ inaccettabile che la norma individui i terreni agricoli da assoggettare al tributo soltanto sulla base del criterio altimetrico, dove sono situati i comuni ed arrivi a ridosso della scadenza dei termini di pagamento; oltretutto, obbliga gli agricoltori a pagare in un’ unica soluzione, entro il prossimo 16 dicembre, anziché in due rate come tutti gli altri contribuenti”.

“Invitiamo il governo ad escludere l’entrata in vigore delle nuove disposizioni – conclude Selvaggi – sia per la grave situazione economica in cui si trovano le nostre aziende, sia per la indubbia violazione del principio sancito nello “Statuto del contribuente”, che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi”.