CATANIA – Dopo la Messa dell’Aurora (clicca qui per la DIRETTA da piazza Duomo), inizia ufficialmente il giro esterno, che terrà impegnati tutti, catanesi e non solo, per la giornata di oggi, 4 febbraio, e Sant’Agata – dopo 2 anni forzati di stop dovuti alla pandemia – tornerà finalmente tra i suoi devoti.
Vi riportiamo il testo integrale del discorso di mons. Barbaro Scionti, parroco della Cattedrale, che inaugura così i festeggiamenti agatini per oggi.
DISCORSO MONS. BARBARO SCIONTI
“Eccoci qui! Radunati in questa magnifica piazza abbiamo accolto con gioia immutata le Reliquie della nostra amatissima Patrona per iniziare con lei il cammino di questi giorni di festa. Mi piace condividere e approfondire questa mattina una bella riflessione della II media, sezione B, dell’Istituto comprensivo Federico De Roberto di Zafferana Etnea, scuola che ha vissuto una intensa visita del Velo di Sant’Agata nei giorni scorsi: preghiere, canti, riflessioni e tanta gioia!
Così scrivono i ragazzi: “sono tanti i motivi che affascinano le persone quando si parla di Agata, motivi vecchi e nuovi, che i fedeli mantengono sempre vivi”.
Sant’Agata affascina tutti noi; non possiamo fermarci ad un sentimentalismo vago che ci porterebbe, poi, a un terribile vuoto interiore nei giorni dopo la festa; siamo affascinati piuttosto dalla giovane Agata, donna libera, che fa la sua scelta cristiana e la porta a compimento con assoluta fedeltà, anche se le costa sofferenza e morte: una Battezzata credibile!
Il fascino di Agata, la bellezza di Agata-Buona sta tutta qui: ha vissuto in pienezza il Battesimo col quale è diventata cristiana a tempo pieno (non a tempo perso!). Per Agata il Battesimo non è stato un rito dettato dalle buone abitudini, dalla consuetudine, ma occasione di incontro e amicizia con Gesù nella Chiesa.
Continuano i nostri ragazzi: “Sant’Agata era in cerca della ragione della sua vita, grazie alla sua fede capisce qual è il suo compito nel mondo”.
Agata, come tutti i giovani di ogni tempo, era alla ricerca della propria vocazione: cosa farò da grande per essere felice? Cosa posso fare per rendere bella e piacevole la mia vita ed anche la vita della mia Città?
Col dono della fede Agata è certa di poter trovare risposta alla sua domanda. Nell’incontro con Gesù trova luce interiore per guardare con chiarezza alla propria coscienza e fare con libertà la sua scelta cristiana: “la massima libertà e nobiltà sta qui: nel dimostrare di essere servi di Cristo” ed ancora “io confesso Cristo con le labbra e con il cuore, non cesso giammai di invocarlo”.
Testimone autentica di una “libertà” che la rende felice, Agata ci insegna che la consacrazione battesimale è la strada unica che può renderci felici e capaci di diffondere felicità, a condizione che la viviamo sul serio, nell’esercizio del gran dono di Dio che è la libertà.
Agata ci invita ad essere battezzati che ripugnano ogni compromesso col malaffare e respingono ogni condizionamento di chi, al pari di Quinziano, ci mostra vie brevi per essere ricchi e fortunati, felicità appetibile ed a buon prezzo.
Così si esprimono ancora i nostri cari ragazzi della II B: “Agata era una donna con un animo puro e nonostante tutte le punizioni e le cattiverie ricevute è rimasta sempre fedele a Dio e ai suoi principi”.
Come Agata anche noi possiamo subire cattiverie e situazioni così dolorose da sembrarci addirittura una punizione; ma, come Agata, possiamo anche noi mantenere un animo puro e fedele se, nella comune amicizia con Gesù Cristo, continuiamo a cercare ogni giorno la ragione della nostra vita.
Chiediamo a Sant’Agata che ci aiuti: cara Sant’Agata amatissima, cosa posso fare io oggi da cristiano per essere felice e realizzato? Cosa posso fare per seminare attorno a me benessere, bellezza e felicità?
Ci aiuti Sant’Agata a comprendere la nostra specifica vocazione cristiana/battesimale nella nostra terra che, impaziente, attende la nostra dedizione al bene comune.
In questi giorni guarderemo Sant’Agata e le domanderemo, magari più volte: chiedi a Gesù e suggerisci al mio cuore: cosa posso fare per essere davvero felice? Cosa posso fare per rendere bella e piacevole la mia vita ed anche la vita di quanti mi stanno intorno nella nostra bella terra di Catania?
Siamo certi che Agata risponderà e parlerà, nel nome di Gesù, al cuore di ciascuno di noi!
Grazie ai ragazzi della II B della De Roberto di Zafferana Etnea.
Grazie a Gesù che ci ha dato Sant’Agata come compagna di viaggio nel nostro cammino battesimale.
Iniziamo il nostro cammino con la gioia e l’entusiasmo di sempre, accogliendo Sant’Agata in mezzo a noi per le vie della nostra amata Catania.
Con tanta devozione, con tanta fede in Cristo nella Chiesa gridiamo e sempre grideremo
Cittadini, viva Sant’Agata!“.
PROGRAMMA FESTA SANT’AGATA 4 FEBBRAIO (GIRO ESTERNO)
Al termine della Messa dell’Aurora, Sant’Agata viene posizionata sul fercolo, il parroco della Cattedrale dà la benedizione e affida le Reliquie alla popolazione.
La Patrona inizia così il giro esterno della città, accolta da canti popolari e fedeli in preghiera. Il Busto parte dalla Cattedrale, attraversa Porta Uzeda e rientra la mattina dopo sempre in piazza Duomo.
Durante il tragitto di giorno 4 febbraio, il fercolo fa diverse soste davanti a chiese e punti storici della città dove vengono offerti degli omaggi floreali, intonati canti tipici, o dove si può assistere a fuochi d’artificio.
PROGRAMMA FESTA SANT’AGATA 5 FEBBRAIO (GIRO INTERNO)
Il terzo e ultimo giorno inizia nel primo pomeriggio con la Messa pontificale, celebrata dai vescovi di tutta la Sicilia. A questa partecipano il clero catanese, le autorità civili e militari e, ovviamente, i fedeli.
Poi è la volta del giro interno della città: alle 17 circa il fercolo con il Busto Reliquario esce dalla Cattedrale, accompagnato da almeno 20 minuti di fuochi d’artificio.
Dopo di che, si percorre tutta la via Etnea in andata e poi si riscende verso il Duomo dove la Santa rientra il 6 febbraio tarda mattinata.
Durante il tragitto, anche questa volta ci sono delle soste, come la fermata pirotecnica in piazza Cavour verso le 6/7 del mattino o la Salita di San Giuliano, nell’omonima via, momento molto caratteristico.
Oppure, il tipico canto delle Clarisse, davanti al convento delle suore, che intonano inni a Sant’Agata, il tutto molto molto suggestivo perché realizzato all’alba.