CATANIA – “Tutti i Comuni, i sindaci o in generale le amministrazioni comunali etnee, oltre che la Città metropolitana di Catania e la Regione Siciliana, insieme devono fare fronte unico e comune per fronteggiare quella che ormai è andata molto oltre a una normale emergenza, rivolgendosi immediatamente allo Stato”. Inizia così la petizione lanciata da Rosario Melissa sulla piattaforma Change.org per chiedere l’intervento del Governo per quella che è divenuta una vera e propria emergenza: la pulizia delle città dalla cenere eruttata dall’Etna. L’appello ha già superato le mille firme in pochi giorni.
“Negli ultimi mesi i vari Comuni della fascia etnea – spiega il promotore – hanno accumulato oltre 100mila tonnellate di lapilli e cenere derivata dal nostro vulcano Etna. Un dato di fatto è che la situazione ormai non è più straordinaria perché è divenuta una ordinaria quotidianità la convivenza con tale fenomeno.”
“Servono piani di azione – prosegue il testo – esattamente alla stessa stregua dei paesi montani che adottano delle programmazioni predefinite per lo sgombero della neve in inverno. Servono aiuti dallo Stato per le pulizie di tetti e grondaie di edifici pubblici e privati. Servono deroghe di almeno 6-12 mesi per le quote TARI regolamentate da normative regionali o statali e finanziamenti ai Comuni in sostituzione di tali quote. Servono azioni mirate per sostenere le persone che a causa di tale situazione soffrono o soffriranno di patologie respiratorie, danni alla vista e tutte quelle condizioni di salute legate all’aria insalubre che ormai da mesi caratterizza la ns zona, come è facilmente deducibile da qualsiasi sito web valido di meteorologia.”
Nel finale, il promotore lancia l’appello ai decisori coinvolti e agli utenti della piattaforma: “le nostre non sono più città, sono vere e proprie discariche o miniere a cielo aperto e se non credete venite a visitarci. L’unica nostra colpa è di vivere ai piedi del vulcano più attivo del mondo intero. Serve un aiuto concreto. Basta proclami, abbiamo bisogno di contributi, persone, mezzi e opere. E ne abbiamo bisogno ora!”.
Ecco il link da visitare se si vuole aderire e firmare alla petizione: clicca qui per aprirlo.
Fonte foto: Facebook – Simona V. Todaro
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