CATANIA – Discariche abusive, afa estiva e aree abbandonate. Questo è il mix che rischia di provocare incendi in tutta Catania e, soprattutto, nel II Municipio.
Da qui la denuncia del consigliere di “Picanello-Ognina-Barriera-Canalicchio” Andrea Cardello: “Dopo mesi di totale immobilismo da parte dell’amministrazione comunale, che non ha fatto nessun tipo di intervento preventivo, ci troviamo a commentare una situazione estremamente rischiosa“.
“Bisognava operare ad aprile o maggio, quando le condizioni climatiche lo permettevano, e invece, anche quest’anno, rischiamo di vedere continuamente i mezzi dei pompieri che fanno la spola, da una parte all’altra della città, per spegnere roghi“, prosegue.
E ancora: “Quello che è successo alcuni giorni fa a San Giuseppe La Rena o vicino piazza Eroi D’Ungheria – continua Cardello – ha scatenato il panico tra i residenti del II Municipio che temono scenari simili già alla prima scintilla”.
Tra le aree maggiormente a rischio di “Picanello-Ognina-Barriera-Canalicchio” c’è il viale Lainò, il viale Africa, via Anfuso, via Angelo Vasta e via Ruggero Albanese.
Terreni pieni di erbacce secche e sterpaglie alte metri che spesso nascondono anche discariche abusive o ripari realizzati con materiali fortuna dai senza tetto.
Ma non è tutto: anche l’incendio verificatosi nel quartiere di Librino, a pochi passi da una scuola, dimostra, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che l’emergenza roghi in tutta Catania va presa con estrema serietà e attenzione.
In questo contesto è fondamentale capire cosa stia facendo l’attuale amministrazione comunale per affrontare un problema che nelle prossime settimane si farà più pressante.
Come presidente dell’Assemblea Provinciale di Catania per il Partito Democratico Ersilia Saverino si chiede se sia già stato attivato un piano antincendio con la creazione di fasce tagliafuoco o la bonifica di terreni nelle zone più a rischio.
Nel corso di innumerevoli sopralluoghi, la stessa Ersilia Saverino ha potuto constatare che interi quartieri nella fascia esterna della città come Fossa della Creta, Monte Po, Nesima e perfino la stessa zona del viale Rapisardi siano caratterizzati dalla presenza di terreni rurali completamente inghiottiti dalle sterpaglie secche.
Una bomba che potrebbe essere innescata alla minima scintilla e alimentata dalle tantissime discariche abusive piene di vecchi copertoni, mobili, materassi e ogni altro tipo di materiale infiammabile.
“In gioco c’è l’incolumità di tutti i catanesi e non si può affrontare l’emergenza roghi in modo approssimativo o andando a tentoni. Serve una programmazione seria e precisa che finora è assolutamente mancata. E oggi ne paghiamo le conseguenze“, conclude Ersilia Saverino.