Emergenza Coronavirus, la Sicilia avvia un progetto di ricerca su pazienti particolarmente vulnerabili

TROINA – Novità per quanto riguarda l’analisi del Coronavirus provengono dall’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) e Ospedale Classificato Oasi Maria SS. di Troina, in provincia di Enna, dove è in corso un progetto di ricerca su scala regionale.

C’è da dire che a condurre il tutto è Troina con il prof. Raffaele Ferri, ma lo studio vede coinvolte anche altre realtà sanitarie dell’Isola come il Policlinico G. Martino di Messina con il prof. Giuseppe Nunnari, l’ospedale Garibaldi di Catania con il prof. Bruno Cacopardo, il Policlinico Vittorio Emanuele di Catania con il prof. Venerando Rapisarda, l’Università di Catania con la prof.ssa Stefania Stefani, il Servizio di Epidemiologia dell’Asp di Catania con il dott. Mario Cuccia e il Policlinico P. Giaccone di Palermo con il dott. Claudio Costantino.

L’obiettivo è quello di migliorare la prevenzione oltre che la cura dell’infezione da Covid-19 soprattutto in tre diverse persone considerate maggiormente vulnerabili. Parliamo di soggetti con disabilità intellettive, con disturbi neurodegenerativi e anziani fragili con comorbidità. Proprio per la “fragilità” sono coloro che presentano un rischio maggiore di contrarre il Coronavirus, in particolare coloro che si trovano in case di cura o in strutture di assistenza.

Lo studio, in questa prima fase, sarà finanziato con fondi dell’Istituto di Troina e si pensa anche ad un co-finanziamento del Ministero della Salute.

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