RIPOSTO – I carabinieri del comando provinciale di Catania, sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, stanno conducendo indagini serrate sul duplice omicidio avvenuto ieri nel comune di Riposto, tra le 8,30 e le 10.
La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha ordinato l’arresto del pregiudicato Luciano Valvo, sospettato di aver partecipato all’omicidio di Melina Marino insieme a Salvatore La Motta.
Secondo le prove raccolte dai militari, Valvo avrebbe accompagnato La Motta sul luogo del crimine e l’avrebbe poi riaccompagnato a casa.
Valvo si è rifiutato di rispondere alle domande durante l’interrogatorio del pm e adesso è detenuto nel carcere di Catania a Piazza Lanza.
La prima vittima, Melina Marino, è stata uccisa con un colpo di pistola al volto all’interno della sua auto parcheggiata sulla strada. Il killer è sceso da un’altra macchina e ha sparato alla donna seduta sul lato guidatore.
Poco dopo un’altra vittima: Santa Castorina è stata uccisa con due colpi di arma da fuoco al volto. I carabinieri hanno effettuato numerosi controlli e perquisizioni a soggetti ritenuti coinvolti e stanno indagando sugli eventuali complici.
Il presunto autore degli omicidi, Salvatore “Turi” La Motta, pluripregiudicato e condannato all’ergastolo, si è suicidato dopo aver sparato alla tempia, pur trovandosi davanti alla Stazione carabinieri di Riposto.
Gli investigatori stanno ancora cercando di ricostruire completamente i fatti, determinare il movente degli omicidi e i legami tra le persone coinvolte. Potrebbe esserci un rapporto sentimentale tra l’assassino e almeno una delle vittime. Un soggetto è attualmente sotto interrogatorio per il concorso in omicidio.
Ritenuto l’autore dei due delitti, Salvatore La Motta, detto “Turi“, è un ergastolano in semilibertà che proprio in questi giorni stava usufruendo di una licenza premio di una settimana. Il detenuto sarebbe dovuto rientrare proprio ieri, il giorno dei due omicidi, nel carcere di Augusta dove stava scontando la pena: era stato condannato per associazione mafiosa e per un omicidio commesso prima del 2000. In base a quanto emerso, era detenuto in regime di semilibertà: di giorno lavorava e la sera ritornava in carcere.
Era fratello di Benedetto La Motta, conosciuto come Benito o Baffo, referente del clan Santapaola-Ercolano del gruppo di Riposto, arrestato nel luglio 2020 poiché ritenuto il mandante dell’omicidio di Dario Chiappone.
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