SIRACUSA – La Direzione investigativa antimafia di Catania ha eseguito, in territorio di Vizzini (Catania), Francofonte (Siracusa) e Teglio (Sondrio), su decreto emesso dal Tribunale di Siracusa, sezione Penale, la confisca di beni immobili riconducibili a Salvatore Navanteri, 60 anni, ritenuto elemento di spicco del clan mafioso “Nardo”.
Si tratta di beni immobili del valore complessivo di circa 500.000 euro.
La proposta di sequestro, si legge in una nota, era stata inoltrata dal Direttore della Dia, su indagini ed accertamenti patrimoniali svolti dal Centro Operativo di Catania, che accertava l’assenza in capo al Navanteri di risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati nel corso degli anni.
[wpvp_embed type=youtube video_code=D-jMQwrZBSw width=670 height=377]
Salvatore Navanteri è figlio di Giovanni, capo di un sodalizio criminale che negli anni ‘80 entrò in contrasto con quello gestito da Giovanni Caruso e da cui scaturì una faida nel corso della quale avvennero numerosi omicidi, tra cui quelli dei fratelli di Salvatore.
Nel corso del 2013, questo assieme alla moglie Luisa Regazzoli, venne arrestato insieme con altri soggetti appartenenti al clan “Nardo” di Lentini, federati con i Santapaola, nell’ambito dell’operazione di polizia denominata “Ciclope” perché ritenuti responsabili di appartenere ad una associazione mafiosa finalizzata alla detenzione illegale di armi.
Il Tribunale, successivamente, inflisse anche al Salvatore Navanteri la sorveglianza speciale per due anni.
Il provvedimento di oggi è stato emesso dopo una lunga e complessa serie di accertamenti patrimoniali dai quali è emersa una notevole sproporzione tra i redditi dichiarati ed il patrimonio posseduto.