CATANIA – Questa mattina nella sala Sebastiano Russo della CGIL a Catania si è svolto un incontro dal titolo “Una nuova sfida per il futuro. Dalla medicina di genere verso la medicina personalizzata“. L’incontro è stato promosso in vista della giornata dell’8 marzo dallo Spi Cgil e dal Coordinamento Donne, con il patrocinio dell’Ordine dei Medici.
Medicina e prospettiva di genere
L’incontro ha posto in evidenza la necessità di una trasformazione radicale nel modo in cui affrontiamo la salute delle donne. È essenziale che la medicina abbracci pienamente la prospettiva di genere in tutte le sue pratiche, dalla ricerca alla diagnosi e al trattamento, al fine di garantire un futuro più equo e sano per tutti.
Affinché la cura del genere femminile nel sistema sanitario globale sia autenticamente efficace, è essenziale iniziare dalla radice del problema: i farmaci dovrebbero essere testati anche sulle donne anziché limitarsi, come avviene attualmente, a soggetti maschili e giovani. Allo stesso modo, le diagnosi dovrebbero essere validate su un campione più rappresentativo che includa soggetti di sesso femminile anziché concentrarsi principalmente su quelli maschili.
Farmaci ed effetti collaterali nelle donne
Questi due semplici esempi evidenziano il motivo per cui le donne sono spesso più colpite dagli effetti collaterali dei farmaci, pur essendo meno coinvolte nei processi di sperimentazione clinica e preclinica. La medicina di genere offre risposte a queste disparità e a molte altre domande importanti. In Italia, la Legge 3 del 2018 ha formalizzato questo concetto, ma purtroppo la sua implementazione non è ancora diffusa in modo uniforme, soprattutto in territorio siciliano.
Uno sguardo ai dati di Catania
A Catania e provincia, con una popolazione di 1,066,765 persone, i dati del gennaio 2021 mostrano una distribuzione demografica interessante: il 14,3% è composto da individui di età compresa tra 0 e 14 anni, mentre il 20,6% ha 65 anni o più.
Analizzando il numero medio di decessi dal 2012 al 2020, si nota una parità approssimativa tra uomini e donne, con 5,122 uomini e 5,377 donne. Tuttavia, emerge una differenza significativa nelle cause di morte: la mortalità legata al sistema circolatorio conta 1,758 uomini e 2,200 donne; per i disturbi circolatori dell’encefalo, i numeri sono rispettivamente 526 uomini e 786 donne.
Considerando le malattie, si osserva che il diabete colpisce 265 uomini e 321 donne, mentre la broncopneumopatia ha una mortalità più alta tra gli 187 uomini rispetto alle 112 donne. Il tumore alla mammella colpisce principalmente le donne 231, così come il tumore all’utero 57.
L’intervento di Margherita Patti
Questi dati evidenziano chiaramente le differenze nella suscettibilità alle malattie e nelle risposte alle cure tra uomini e donne, come sottolineato da Margherita Patti, segretaria Spi Cgil Catania e responsabile delle Politiche di Genere del sindacato. Per affrontare questa disparità, è fondamentale promuovere una nuova cultura che riconosca l’impatto delle differenze di sesso e genere tra i professionisti della salute. È altresì necessario adattare i percorsi formativi per rispondere alle esigenze specifiche di ciascun professionista, considerando le loro competenze e qualifiche.
Parlare di salute femminile significa comprendere le diverse fasi della vita delle donne, dai bambini alle anziane, e considerare le molteplici sfaccettature delle loro vite, incluse quelle legate all’età, alle condizioni socio-economiche, e alla provenienza geografica. Nonostante i progressi, persistono ritardi significativi nella ricerca medica e nella pratica clinica relativi al genere.