CATANIA – “Siamo delusi, amareggiati e arrabbiati perché ci troviamo ancora una volta a fare un Pride non per festeggiare gli obiettivi raggiunti ma per chiedere al Parlamento di considerarci come cittadini uguali agli altri, che devono avere gli stessi diritti” a parlare ai nostri microfoni è Vladimir Luxuria, presente come madrina al Catania Pride che si è svolto ieri.
“Bisogna tutelare la propria integrità fisica e morale con delle azioni concrete contro l’omotransfobia – continua -, noi rispondiamo a chi non ci sostiene con la nostra gioia e con i nostri colori“.
“Non vogliamo che l‘omofobia istituzionale ci intristisca – afferma Vladimir -, lo dobbiamo a quelle persone che purtroppo si sono lasciate andare. Non solo hanno perso il buon umore ma anche la voglia di vivere”.
“Dedichiamo questo Pride a Sasha e Cloe Bianco che si sono tolti la vita” conclude Luxuria.
Le parole di Luxuria risuonano forte in un clima di festa che fa dimenticare per un attimo le discriminazioni alla quale molti dei giovani Lgbt sono sottoposti giornalmente.
Sasha aveva solo 15 anni, viveva a Catania, e ha deciso di suicidarsi. Lottava per l’affermazione e il riconoscimento dei diritti, infatti, era conosciuto nella comunità LGBTQ+. Ma ha preferito andarsene, piuttosto che rimanere in un mondo che lo opprimeva e non lo accettava pienamente.
Cloe Bianco era una professoressa di fisica transgender, che si è tolta la vita a 58 anni, è stata trovata morta carbonizzata nel camper in cui viveva.
Vittima di transfobia Cloe ha scritto nel suo blog prima del tragico gesto: “Oggi la mia libera morte, così tutto termina di ciò che mi riguarda“.
La parità dei diritti non è stata ancora raggiunta e con il Pride che si è svolto in tutte le piazze d’Italia si manifesta per ricordare che una “minoranza” aspetta di essere riconosciuta.
Anche Emanuele Liotta, segretario dell’Arcigay Catania, è intervenuto: “È la prima volta dopo tre anni che finalmente riusciamo a rifare un corteo. È il momento in cui noi persone lgbt ci riprendiamo lo spazio della città e gridiamo a gran voce che vogliamo diritti e pari esistenza come tutti gli altri“.
“Meritiamo il nostro tempo di vita negato, in piena regola con le nostre esistenze. Questa città c‘è e vogliamo testimoniare che in Italia e in tutto il mondo noi ci siamo e non vogliamo più sopportare torture e negazioni sulla nostra pelle” conclude Liotta.
Sono state migliaia le persone che si sono riversate nelle strade del centro a sostegno della causa, il corteo è iniziato alle ore 17 e si è concluso alle ore 21,30 ma gli eventi sono durati tutta la notte.
A dimostrazione di una Catania attiva e coinvolta che non si lascia andare all’indifferenza.