Catania, movimento alla Dacca: 100 dipendenti a spasso, scattano le proteste

Catania, movimento alla Dacca: 100 dipendenti a spasso, scattano le proteste

CATANIA – Gli ormai ex dipendenti della Dacca, famosissima azienda per la lavorazione della plastica, hanno protestato oggi davanti lo stabilimento in seguito alla chiusura ufficiale avvenuta ieri.

La rabbia di coloro che sono stati licenziati è tanta ed è provocata da un’illusione.  Quest’ultima è riferita al fatto che l’azienda, nel periodo compreso, tra gennaio e febbraio aveva promesso un investimento che avrebbe tenuto in vita le attività. Purtroppo quest’investimento non è mai avvenuto e il sogno delle produzioni “plastic free” è stato infranto.

“Con il decreto ‘Genova’ avremmo potuto ottenere un anno di cassa integrazione, invece eravamo convinti che il problema si sarebbe potuto risolvere. Purtroppo non è stato così”, spiega Santonocito, segretario generale della Snalv Confsal.

È anche vero che l’inizio della crisi dell’azienda era già stato percepito nell’agosto del 2018 quando sono stati licenziati 31 lavoratori, per poi continuare tra alti e bassi fino al “colpo di grazia” causato dal fallimento dell’intero gruppo Abate, committente di quasi tutti i prodotti. Sono 100 i dipendenti che rimarranno senza lavoro.

Oltre ai problemi evidenziati, gli operai aggiungono che un’altra causa della crisi è stato il ritardo dei pagamenti. Tra le maggiori preoccupazioni di chi è stato licenziato sicuramente c’è l’impossibilità di trovare un altro lavoro, in una terra povera di opportunità lavorative come la Sicilia e a un’età avanzata in cui l’assunzione diventa sempre più rara, considerato che molti dei licenziati varcano la soglia dei 50 anni.

Le proteste proseguiranno incessantemente anche nei prossimi giorni in attesa di una risposta. Ma, la possibilità che possa esserci un lieto fine sembrerebbe un miraggio.

Immagine di repertorio

Chiara Gangemi – Francesca Capparelli