CATANIA – Il Questore di Catania ha sospeso per trenta (30) giorni, per motivi di ordine e sicurezza pubblica, ai sensi dell’art. 100 TULPS, un esercizio pubblico di somministrazione di alimenti e bevande, sito in via Coppola nelle vicinanze di via Sangiuliano.
Il provvedimento è scaturito dall’intervento svolto lo scorso 17 ottobre, alle ore 05,15 circa, da personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, per segnalazione, da parte dei titolari dell’esercizio, di avvenuto danneggiamento all’interno del suddetto locale.
Gli operatori, sopraggiunti sul posto, hanno ascoltato il racconto dei gestori del locale, i quali hanno riferito che tre soggetti, autori del presunto danneggiamento, si erano allontanati su una autovettura di colore grigio.
Gli agenti sono riusciti a rintracciare i tre soggetti, due donne e un uomo, i quali, a loro volta, hanno accusato i gestori del locale, riferendo di essere stati pesantemente insultati.
È iniziato, pertanto, un acceso diverbio tra le due parti, che gli operatori sono riusciti a contenere con fatica, atteso lo stato di manifesta ubriachezza delle due donne e lo stato di agitazione dei proprietari del locale, i quali continuavano a inveire nei confronti delle stesse.
Il suddetto locale, pertanto, è stato, ancora una volta, occasione di un grave episodio che desta allarme sociale anche a causa della somministrazione di alcolici ben oltre l’orario consentito, precisamente alle ore 04,30, mettendo in grave pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica.
Si tratta del sesto provvedimento di sospensione, ai sensi dell’art. 100 TULPS, emesso nei confronti dell’esercizio. I precedenti provvedimenti sono stati adottati a seguito di quanto emerso in occasione dei numerosissimi interventi delle forze dell’ordine nel suddetto locale, anche su segnalazione dei residenti del centro storico, per schiamazzi e per episodi di lite e rissa, nonché per musica ad alto volume, per violazioni della normativa sulla somministrazione di bevande alcooliche fuori dall’orario consentito dalla legge e per avere tenuto trattenimenti danzanti in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Il titolare dell’esercizio, in particolare, in occasione di un precedente provvedimento di sospensione dell’attività, ha anche violato l’obbligo di chiusura, imposto per ragioni di pubblica sicurezza, proseguendo l’attività e consentendo la presenza di clienti all’interno dell’esercizio, apparentemente chiuso dalla pubblica via, il cui ingresso era stato consentito dal retrostante cortile condominiale.
L’esercizio dunque continua a rappresentare una situazione di oggettivo pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini, prevedibilmente suscettibile di aggravamento se ulteriormente tollerata.