CATANIA – È spuntato un timido sole alle prime luci di oggi, giovedì 28 ottobre, nella prima delle due giornate di “lockdown” per l’emergenza maltempo.
In città regna il silenzio, sono poche le auto che percorrono le strade e ancora meno i pedoni. Le campane delle chiese, spesso silenziate dal traffico quotidiano, risuonano nitidamente come in un borgo di campagna.
L’uragano Medicane, adesso ribattezzato con il nome di Apollo come il noto dio greco, il cui passaggio sulla Sicilia orientale è previsto tra la serata odierna e domani mattina, non è ancora del tutto visibile all’orizzonte.
Tutt’intorno, però, sono ancora visibili i segni del violento nubifragio che si è abbattuto sul capoluogo etneo 48 ore fa e che ha suscitato scalpore anche all’estero. Nel frattempo, ai piedi dell’Etna ci si premura a ripulire quegli angoli dove si sono accumulati detriti trascinati dall’acqua piovana.
I negozianti hanno provveduto a sigillare le attività con qualsiasi oggetto che possa rivelarsi uno scudo. Per ciò che potrà servire. La speranza di tutti è che la perturbazione attesa possa rivelarsi meno violenta del previsto.
Bandita, però, la preoccupazione. Si confida, invece, nella consapevolezza di poter affrontare – adesso – un evento di grandi proporzioni con maggiore lucidità rispetto al passato. Nelle scorse ore le istituzioni hanno richiamato i cittadini a osservare le norme di sicurezza.
In primis, come ribadito a più riprese dalla Prefettura etnea, quella di rimanere a casa e limitare il più possibile gli spostamenti. Dalla mezzanotte in poi il lungomare rimarrà interdetto per il rischio di forti mareggiate.
Adesso Catania stringe i denti e si augura di poter rivedere veramente il sole brillante a cui è abituata. Apollo non presterà fede alla sua nomea. Ma soltanto per stavolta.
Immagine di repertorio