CATANIA – La “Biga di Morgantina“, struttura in bronzo rubata al cimitero di Catania nel giugno 2017 e recentemente trovata dai carabinieri del comando provinciale etneo, non risalirebbe al 480 avanti Cristo, come inizialmente diffuso, ma a un periodo molto successivo, collocato tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e i primi anni del Novecento.
Una datazione sbagliata che in queste ore sta facendo discutere gli esperti di archeologia ma anche la stampa locale, che inizialmente aveva condiviso l’entusiasmo per il ritrovamento del reperto storico. In realtà, la “Biga di Morgantina” sarebbe una semplice riproduzione del prodotto artistico realizzato dallo scultore Francesco Franzoni nel Settecento, affine a opere dell’Antica Roma per lo stile scultoreo ma di età decisamente inferiore.
A “smascherare” l’errore commesso nella prima valutazione della biga sarebbero stati i diversi dettagli che fanno pensare a un’epoca successiva e le condizioni eccezionalmente buone del capolavoro scultoreo.
L’opera rubata era stata collocata sul tetto della cappella monumentale della famiglia Sollima, costruita agli inizi del Novecento, e portata via da un gruppo di malviventi presumibilmente con l’ausilio di un elicottero.
Nonostante non si tratti di un’opera precristiana di 2500 anni, secondo la ricostruzione degli esperti e della stampa locale, la struttura bronzea avrebbe un valore monetario piuttosto alto, circa 2 milioni di euro. Il furto, quindi, avrebbe potuto fruttare ai 17 indagati per l’episodio una notevole somma di denaro.
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