SICILIA – Sognare un’Isola migliore è possibile, almeno sotto il profilo dell’edilizia. Ha destato più reazioni una nostra recente riflessione incentrata sulle case nZEB, vale a dire gli “edifici a energia quasi zero” che, a partire dallo scorso gennaio, vanno realizzati secondo legge.
Si tratta, come già detto in precedenza, di una gamma di immobili, pubblici e privati, ideati con l’intento di inficiare il meno possibile sull’ambiente, garantendo allo stesso tempo prestazioni energetiche di altissimo livello. Ma com’è possibile tradurre tutto questo in realtà anche dalle nostre parti?
Per parlare più dettagliatamente di questa rivoluzione abbiamo deciso di interpellare Mario Caruso, architetto di Base51 Architettura e professionista del settore.
Come progettare un edificio nZEB
Architetto Caruso, come si progetta da zero un edificio nZEB e quali sono i materiali più impiegati per la realizzazione di tali strutture?
“Il nostro approccio al progetto è, fin dal primo momento, indirizzato all’utilizzo ottimale delle caratteristiche fisiche e climatiche del luogo preciso in cui sorge l’edificio, al fine di ottimizzare i guadagni solari invernali e controllare l’irraggiamento diretto nelle stagioni calde. Per questo grande attenzione viene posta nello studio del posizionamento e del dimensionamento delle aperture e degli aggetti, ma anche dell’orientamento dell’edificio e dei suoi singoli componenti“.
“Grande importanza riveste poi la scelta dei materiali e dei relativi colori, per via del fattore di riflessione e assorbimento della luce e delle radiazioni. Preferiamo lavorare con elementi industriali prefabbricati (lastre di vario formato e diversi materiali, finiture e colori) per via della certezza del risultato ottenibile, della velocità e pulizia di posa e per la grande durata nel tempo senza grande necessità di interventi di manutenzione, oltre che per la maggiore sostenibilità dell’intero processo“.
Conviene edificare da zero un edificio nZEB o ristrutturare una casa già esistente?
“Il più delle volte intervenire potendo ripensare in toto l’edificio consente maggiore controllo e libertà progettuale. È per questo che tendiamo a preferire interventi di riuso del territorio con la demolizione di fabbricati ormai a fine vita utile (pensiamo in particolare al patrimonio edilizio realizzato tra gli anni ’50 e gli anni ‘80 del secolo scorso) e la loro ricostruzione“.
“Tuttavia, quando ciò non è possibile, interveniamo con interventi di ‘retrofit’ struttura leed energetico, sempre però in chiave bioclimatica e sostenibile, lavorando anche sulla configurazione dell’architettura del manufatto. In base alle condizioni di partenza e alla situazione al contorno è anche possibile, con diverse e specifiche tecniche progettuali, raggiungere livelli prestazionali soddisfacenti“.
La Sicilia è pronta al cambiamento?
Realizzare un edificio nZEB vuol dire cambiare radicalmente il punto di vista “culturale” dell’edilizia. L’Italia e la Sicilia sono pronte ad affrontare questa rivoluzione?
“Le norme relative alla riduzione dei consumi legati agli edifici, che rappresentano circa il 40% dei consumi energetici nazionali, definiscono ormai un quadro consolidato a livello europeo e nazionale. Il quadro normativo va anzi ancora perfezionandosi, in vista dei traguardi ancora più ambiziosi che l’Unione si è data“.
“Noi stessi siamo parte di un panel dell’UE dedicato specificatamente alla sostenibilità nel mondo delle costruzioni denominato Level(s), in cui si confrontano, discutono e sviluppano varie esperienze, metodologie, approcci ed esperienze, ai fini della definizione dei nuovi indirizzi comunitari. L’ormai sempre più diffusa consapevolezza della necessità e della convenienza comune, sociale e personale di adottare sistemi virtuosi anche in altri settori ad alto impatto, come per esempio l’automotive, ci fa ben sperare per l’accrescimento di una coscienza collettiva sempre più vocata alla sostenibilità“.
“Pure se la nostra terra sconta un certo ritardo culturale in questo settore, i segnali di riallineamento al sentire ormai sempre più diffusamente comune sono chiari e incoraggianti. La stragrande maggioranza delle persone che si rivolgono a noi, sia privati che imprese immobiliari e di costruzione, hanno ben chiaro il valore, anche economico, di un progetto e di un edificio sostenibile e a consumo zero. Auspichiamo che tale interesse e attenzione venga ora anche dal mondo della pubblica amministrazione, per la messa in efficienza dell’immenso patrimonio edilizio pubblico“.
La Catania che si “evolve”
Quali sono gli edifici già realizzati a Catania e quali quelli di futura progettazione? Ci sono aree del capoluogo etneo che richiedono un intervento più urgente?
“Sappiano che altre esperienze virtuose sono in corso nell’ambito del territorio etneo e di ciò siamo ben contenti. Noi abbiamo al momento già in corso, in varie fasi esecutive, 4 cantieri nZEB e sostenibili e un numero, per noi rilevante, di altri progetti in corso di varia entità, tutti sviluppati con lo stesso spirito e la stessa filosofia“.
“Pensiamo che l’intero nostro territorio, non solo comunale o provinciale, abbia necessità di interventi radicali e sostanziali. Nell’intera area metropolitana la necessita è a nostro avviso ancora più sentita, dato che una quota assai ampia dell’edificato è stato realizzato in gran parte negli anni ’60 e ’70 con logiche non direttamente riconducibili ai concetti di efficienza e sostenibilità“.
“Noi pensiamo che l’accesso a una abitazione sicura, efficiente e sostenibile non debba e non possa essere un privilegio di pochi, ma un diritto di tutti. Ci rendiamo conto che gli interventi che abbiamo in corso siano per la gran parte indirizzati a un segmento assai ristretto di popolazione e consideriamo ciò nell’ordine delle cose, trattandosi di sistemi innovativi che devono ancora essere conosciuti dai più per la loro conseguente diffusione“.
“Con grande nostro piacere siamo però stati di recente contattati per valutare la realizzazione di interventi sostenibili e nZEB in aree della città con un valore commerciale fino ad ora tradizionalmente assai contenuto. Questo ci dà la misura del diffondersi dell’interesse per questo tipo di approccio“.
Case nZeb e rischio sismico
La Sicilia è una terra ad alto rischio sismico. Come deve essere realizzato un edificio nZEB nel nostro contesto per riuscire a sostenere questo pericolo naturale?
“Tecnicamente, l’utilizzo di sistemi costruttivi ad alta efficienza e industrializzati, come per esempio l’utilizzo di elementi strutturali in acciaio, ma anche di calcestruzzo fortemente alleggerito, di sistemi di chiusura orizzontali e verticali a secco a massa ridotta e ad alte prestazioni, riduce di per sé enormemente le masse in gioco rispetto ai sistemi e alle tecnologie costruttive tradizionalmente usati nel nostro territorio, senza sostanziali innovazioni, da ormai oltre 60 anni, con una naturale conseguente diminuzione dell’effetto delle azioni sismiche sulle strutture“.
“A questo aggiungiamo l’incremento di efficienza nella resistenza agli effetti di un’azione sismica derivante dall’adozione di tipologie edilizie che, per forma e proporzione, sono intrinsecamente più resistenti ai sismi. Contrariamente a quanto verrebbe spontaneo da intendere per senso comune, un edificio snello è intrinsecamente più efficiente di uno di media altezza. Del resto, in natura, quando c’è un terremoto gli alberi non cadono“.
“Ci piace poi spingere la progettazione ancora oltre, studiano e utilizzando, in ragione delle esigenze di ogni specifico progetto, l’adozione di sistemi di isolamento e di smorzamento. Anche in questo caso, tenendo ben presente una delle note massime di Henry Ford, “quello che non c’è non si rompe”, cerchiamo di intervenire con sistemi dissipativi inerziali passivi, che non richiedono interventi gravosi di manutenzione o di sostituzione“.
Catania non perderà la sua “bellezza” storica
Diversi cittadini catanesi sono convinti che la realizzazione di questi edifici possa “rovinare” lo skyline storico della nostra città. Cosa si sente di rispondere a queste incertezze?
“Abbiamo avuto molti e diversi feedback ai nostri progetti e questo ci fa in ogni caso grande piacere, perché pensiamo che sia importante che la città tutta sia stimolata a parlare di architettura e della trasformazione del territorio; apprezziamo quindi il fatto che tanti sentano il piacere, il bisogno o l’interesse a manifestare la propria posizione, nei modi e nelle forme che ognuno ritiene più consone ed opportune, nel pieno rispetto delle opinioni di tutti“.
“Nel nostro background c’è una assai solida cultura del rispetto e della valorizzazione del nostro costruito storico di valore; tra l’altro, sono stato l’estensore della candidatura per l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco di Catania e delle città del Val di Noto e il responsabile della candidatura per l’iscrizione di Siracusa e Pantalica“.
“Nutriamo quindi un profondo rispetto per il nostro patrimonio storico di valore riconosciuto e siamo assai contenti quando possiamo confrontarci, come abbiamo fatto in passato e stiamo facendo anche in questo momento, con interventi di recupero, valorizzazione e restauro su edifici o contesti di valore riconosciuto, ovvero sottoposti a uno o più vincoli di tutela. I nostri interventi più recenti che sono stati maggiormente oggetto di attenzione interessano porzioni di città o di costruito prive, ad avviso nostro e degli enti regolatori, di un valore architettonico e paesaggistico comune, riconoscibile e riconosciuto“.
“La nostra città, duole dirlo, per la sua maggior parte, escludendo quindi le aree di valore storico consolidato, è priva di un costruito e di un tessuto di un qualche reale valore architettonico, oltre che tecnico. In questi ambiti consideriamo naturale, anzi doveroso, in un naturale processo di stratificazione del costruito proprio di tutte le città e di tutte le epoche, esprimerci con un linguaggio architettonico del nostro tempo e della nostra era globale, lavorando affinché anche la nostra città possa evolversi, in un nuovo moto di comune orgoglio e grazie a interventi di più ampio respiro, anche in direzioni diverse dalle statiche convenzioni consolidate del luogo, come è del resto avvenuto e avviene con grande successo nella gran parte delle magnifiche città europee che tutti noi ci rallegriamo di andare a visitare ogni volta che sia possibile, pandemie permettendo“.
“Auspichiamo fortemente che possano esserci sempre più interventi visionari, arditi e coraggiosi a opera dei tanti bravi colleghi presenti nel nostro territorio, con cui confrontarsi sui risultati e sulle idee. C’è davvero tanto da fare“, conclude l’architetto Mario Caruso.
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