Catania, detenuto con gravi patologie cardiovascolari: chiesta anticipazione udienza

CATANIA – È stata richiesta l’anticipazione dell’udienza per “gravi e comprovati motivi di salute” per Francesco Calì, attualmente detenuto nel carcere etneo di piazza Lanza. Ad avanzare l’istanza è stato l’avvocato difensore Giuseppe Lipera.

L’uomo, secondo quanto reso noto dal legale, “è affetto da gravissime patologie cardiovascolari, che insistono sulla regione cerebellare, dalle quali discende la costante e imprevista, ma pressoché certa, possibilità di sviluppare un evento cerebrale acuto che, letteratura scientifica alla mano, può avere due possibili risvolti: il conseguimento di una grave invalidità permanente o la morte.

Per il detenuto, il Tribunale della Libertà di Catania aveva disposto l’8 maggio 2019 in via d’urgenza il ricovero provvisorio nel reparto di Medicina protetta dell’ospedale Cannizzaro, per sottoporre l’uomo ad alcuni accertamenti.

Calì è stato quindi ricoverato il 17 maggio e dimesso il 28 dello stesso mese. Nella lettera di dimissione i medici, analizzando il quadro clinico del detenuto, hanno ritenuto necessario programmare un intervento di ritrattamento di embolizzazione per il 10 settembre 2019, non potendo altrimenti procedere al trattamento con Gamma Knife ordinato dal tribunale.

L’uomo, che ha già avuto un ictus e che attualmente soffre di ipertensione arteriosa, necessiterebbe, quindi di una nuova embolizzazione, prima di poter procedere a qualsiasi altro tipo di trattamento.

L’avvocato sottolinea che “le strutture carcerarie mancano di dotazioni tecniche e personale specializzato rispondenti alle attuali esigenze” del suo assistito, aggiungendo che “la Suprema Corte di Cassazione ha, altresì, statuito come la mera ‘monitorizzazione’ dello stato di salute di Calì non possa ritenersi parametro sufficiente per valutare positivamente la compatibilità di questo con il regime carcerario, posto che tale attività esula dalle concrete possibilità di effettive terapie intramurarie”.

Infine il legale rende noto che, a causa delle patologie che affliggono il detenuto, Calì “rischia di morire in qualsiasi momento: se un improvviso aggravamento dovesse verificarsi mentre si trova in casa questo avrebbe la possibilità di salvarsi“.

Per tale motivo l’avvocato Lipera chiede che l’udienza fissata per il 3 luglio 2019 venga anticipata “a una data che sia rispondente alla gravità e all’urgenza delle patologie che ammorbano” l’uomo.

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