CATANIA – Emergono novità in merito al caso della nave Gregoretti, per la quale è finito sul banco degli imputati l’ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio. Le accuse sono scaturite dal ritardo dello sbarco di 131 migranti nel luglio del 2019 ad Augusta, nel Siracusano. La discussione dell’udienza preliminare all’interno dell’aula bunker di Catania ha analizzato le due richieste di rinvio a giudizio e di non luogo a procedere per il leader della Lega.
La procura di Catania avrebbe ribadito la richiesta di non luogo procedere per Salvini, in quanto l’ex Ministro “non ha violato alcuna delle convenzioni internazionali“, le sue scelte sono state “condivise dal governo” e la sua posizione “non integra gli estremi del reato di sequestro di persona” perché “il fatto non sussiste“. Lo ha detto il pubblico ministero Andrea Bonomo che, a conclusione del suo intervento in aula davanti al G.U.P., Nunzio Sarpietro, ha ribadito la richiesta di non luogo a procedere nei confronti dell’ex Ministro.
La Procura di Catania ha scritto che l’attesa di tre giorni non può considerarsi una illegittima privazione della libertà, soprattutto dato che manca “un obbligo per lo Stato di uno sbarco immediato“.
Il pubblico ministero aveva inoltre osservato che le direttive politiche erano cambiate. Il Viminale, infatti, aveva espresso la volontà di assegnare il Porto Sicuro e di “farlo in tempi brevi“, giustificando “i tempi amministrativi” per attuare lo sbarco dei migranti “con la volontà del ministro Salvini di ottenere una ridistribuzione in sede europea“. Sembrerebbe inoltre che sulla nave siano stati garantiti viveri e beni di prima necessità per i migranti, oltre che lo sbarco per i malati e i minorenni.
Fonte immagine: Facebook – Matteo Salvininza