CATANIA – “Non conosco questi ultimi provvedimenti nel dettaglio e non do giudizi sommari su procedimenti giudiziari, ma valuteremo e impugneremo“. Queste le dichiarazioni del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a proposito dei nuovi provvedimenti della giudice del Tribunale di Catania, Iolanda Apostolico.
“Siamo profondamente convinti – ha aggiunto Piantedosi incontrando i giornalisti a Cagliari – che i provvedimenti del governo sono legittimi e rispettosi della cornice giuridica. Il tema del trattenimento ai soli scopo dell’identificazione e di fare procedure accelerate alla frontiera è un tema cardine dell’attuale e futura normativa europea, con l’approvazione del Patto di migrazione e asilo“.
La giudice Apostolico fa il bis, nuova sentenza contro il decreto migranti
La giudice del Tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, ha deciso di non convalidare i trattenimenti nel Cpr di Pozzallo disposti dal Questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini.
È il secondo provvedimento in tal senso della magistrata finita nella bufera dopo la pubblicazione di un video in cui era stata filmata mentre, ad agosto 2018, protestava contro la decisione dell’allora ministro dell’interno Salvini di non far sbarcare in porto 150 profughi.
Domenica scorsa un altro giudice di Catania non aveva convalidato sei trattenimenti.
Il commento della Meloni dopo la prima sentenza
“Sono rimasta basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili (“le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività”) rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto“.
Così la premier Giorgia Meloni ha scritto sui social.
Perché “il decreto del governo è illegittimo”
“Si è contestato – aveva spiegato l’avvocato Vitale che assisteva i primi migranti liberati dalla giudice Apostolico – il mancato rispetto dei termini per il trattenimento di cui all’art. 6 bis del decreto perché lo stesso è iniziato giorno 20 settembre a Lampedusa e non il 27 a Pozzallo. Quindi oltre le 48 ore. Il tutto in palese violazione dell’art. 13 della Carta Costituzionale. Inoltre – aveva aggiunto – abbiamo contestato la mancata informativa in lingua straniera sulla possibilità di chiedere una garanzia finanziaria. Il vice questore non ha fornito prova di quanto asserito. Paradossalmente, il fascicolo processuale era ‘vuoto’. Il Tribunale di Catania, nella persona di Iolanda Apostolico, ha rilevato d’ufficio ulteriori numerose problematiche – per palese violazione del decreto del Governo alle norme comunitarie – sottolineando più volte la illegittimità del provvedimento“.