Auto a velocità al viale Mario Rapisardi: dentro una donna che chiede aiuto

Auto a velocità al viale Mario Rapisardi: dentro una donna che chiede aiuto

CATANIA – Mentre erano impegnati nei servizi di controllo del territorio in viale Mario Rapisardi, l’attenzione dei poliziotti della Questura di Catania è stata attirata da un veicolo che stava transitando a velocità sostenuta con a bordo una donna che chiedeva aiuto.

Velocemente gli agenti sono saliti a bordo della Volante per raggiungere l’auto. Purtroppo, a motivo della velocità sostenuta e dell’intenso traffico veicolare, aveva già fatto perdere le tracce.

I poliziotti hanno quindi deciso di allertare la Sala Operativa, apprendendo che poco prima una donna aveva contattato il Numero Unico di Emergenza, riferendo che il compagno l’aveva percossa. Proprio nel momento in cui stava per fornire maggiori informazioni si era però interrotta la telefonata

La corsa contro il tempo per trovare la donna che chiedeva aiuto

Gli accertamenti eseguiti nell’immediatezza dagli operatori hanno consentito di identificare la donna e risalire al proprio domicilio. Giunti sul posto e individuato l’appartamento, hanno rinvenuto anche l’auto che avevano visto sfrecciare in viale Rapisardi poco prima.

Dopo aver bussato alla porta dell’abitazione senza avere riscontri, gli agenti hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco riuscendo così ad accedere all’appartamento. È stato in quel momento che hanno trovato la donna, il convivente e i quattro figli minori.

Gli anni di violenze e maltrattmenti

Visibilmente scossa, ha riferito ai poliziotti di essere provata dalle continue vessazioni del compagno violento, affermando di essere stata schiaffeggiata. Ha inoltre raccontato che già in passato era stata vittima di violenza da parte dell’uomo e in una circostanza le aveva rotto il setto nasale e la mano.

In quei frangenti, il compagno – un 32enne già destinatario di un avviso orale emesso dal Questore di Catania e con precedenti di polizia tra cui maltrattamenti nei confronti della convivente – ha iniziato a inveire contro gli agenti minacciandoli di morte e offendendoli.

Al termine delle attività di rito, l’uomo è stato arrestato per il reato di maltrattamenti in famiglia e indagato in stato di libertà per i reati di oltraggio, minaccia e resistenza a Pubblico Ufficiale.

D’intesa con il pubblico ministero di turno, è stato sottoposto agli arresti domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.

La donna, invece, dopo aver presentato denuncia è stata accompagnata, insieme ai quattro minori, in un altro domicilio.