Attività sismica Etna, si sposta l’epicentro: ecco quanto accade, “C’è sempre energia dentro il vulcano”

CATANIA – Lo sciame sismico delle ultime ore sull’Etna ha confermato come l’attività del vulcano che ha portato al sisma della notte di Santo Stefano sia diminuita, ma non si sia affatto arrestata.

A partire dallo scorso 24 dicembre, infatti, si è assistito a un vero e proprio alternarsi di dinamicità e quiescenza del magma all’interno dell’Etna. Questo mostra l’entità di quanto accaduto ieri in tarda serata e nelle prime ore di questa mattina.

Oltre a ciò, c’è da aggiungere che l’epicentro del sisma si sarebbe spostato più a occidente, passando da Piano del Vescovo, nella parte adiacente alla Valle del Bove, a Ragalna, all’inizio della zona ovest della provincia di Catania.

Di tutto questo dà una panoramica più ampia e dettagliata Salvatore Spampinato, sismologo dell’Ingv di Catania: “L’attività sismica che c’è stata tra Natale e Capodanno è fortemente diminuita dopo le scosse del 26 dicembre, ma non è mai terminata totalmente. Sul vulcano la sismicità c’è sempre, ma a questa attività si alternano fasi di stasi. Questo probabilmente è un momento in cui l’Etna ha molta energia e ci sono delle riprese sotto forma di eventi sismici un po’ più forti. Nei giorni immediatamente precedenti a questo ci sono state altre scosse ed è una continuazione, seppur a livelli più bassi, dell’attività vista negli ultimi dieci giorni”.

Quel che è totalmente diverso è il punto dell’epicentro, mentre la profondità dell’evento a 0 chilometri ha una valenza relativa, ma deve essere sempre tenuta sotto controllo.

“È stato interessato tutto un altro settore del vulcano – conclude Spampinato –. Tra i giorni 25 e 26 si è mossa la faglia del settore più orientale e adesso ci troviamo a occidente, un po’ più a nord di Ragalna. Così è stata coinvolta un’altra zona sismogenetica e altre parti potrebbero essere state interessate dal rilascio di energia, che dentro l’Etna esiste sempre. Riguardo alla profondità, potrebbe esserci anche una semplice risposta della parte fragile della crosta terrestre e questo tipo di attività deve essere monitorata costantemente per verificare se ci possono essere delle variazioni a livello superficiale, non soltanto da un punto di vista sismico, ma anche su altri parametri”.