CATANIA – Gli Archi della Marina, un simbolo di Catania e parte integrante del tessuto urbano, sono di nuovo al centro del dibattito pubblico. Con il progetto per la riqualificazione del porto di Catania, si parla di un parziale abbattimento di questa storica struttura.
Un tema che ha sempre diviso l’opinione pubblica (l’ipotesi è da oltre vent’anni sul tavolo) tra conservatori (che considerano gli archi un irrinunciabile patrimonio artistico e culturale) e i progressisti (che invece vedono nell’abbattimento l’opportunità di modernizzare la città, donandole un volto nuovo).
Le parole del primo cittadino catanese
Ieri, il sindaco Enrico Trantino ha pubblicato su Facebook un post in cui esprime la sua posizione sulla possibile rimozione degli Archi della Marina.
“Con il Presidente dell’Autorità di Sistema, abbiamo parlato di piano regolatore del Porto. Una previsione su cui ci troviamo assolutamente in sintonia, che permetterà, alla finalizzazione del processo, la restituzione del mare ai cittadini.
In questo contesto abbiamo parlato anche del nodo Catania, il piano di interramento della stazione ferroviaria e della linea ferrata fino al castello Ursino, che stiamo discutendo con il gruppo ferrovie dello Stato.
Nel caso in cui l’ambizioso progetto vedesse la luce, mi è stato chiesto cosa penseremmo di fare degli archi della Marina. Ho specificato che si tratta di soluzione troppo importante che non potrebbe che essere affidata a un confronto con la cittadinanza intera; pur precisando che, a titolo personale, io propenderei per l’abbattimento, con il mantenimento di una parte sopra la pescheria come memoria storica.
È troppo prematuro parlarne, ma immagino che la divulgazione della notizia provocherà non pochi dibattiti. Il mio vale come giudizio personale e non conta nulla”.
Ma come nascono gli Archi della Marina?
Gli Archi della Marina risalgono alla metà dell’Ottocento, progettati dall’ingegnere francese Enrico Petit come parte del piano di espansione ferroviaria per collegare meglio Catania con il resto della Sicilia. La ferrovia, voluta dal governo borbonico e poi espansa durante l’Unità d’Italia, attraversava il fronte mare della città, con la costruzione degli archi che ne consentivano il passaggio sopra le strade che portavano al porto. Il loro nome deriva dalla vicinanza con la zona marina, un punto nevralgico per il commercio e il trasporto cittadino.
Un tempo, il mare lambiva la città proprio fino agli Archi della Marina, tant’è che edifici storici come Palazzo Biscari si affacciavano direttamente sulle acque. Oggi, però, la situazione è completamente diversa: un secolo di cementificazione ha allontanato Catania dal mare, creando nuove infrastrutture e isolando la città dal suo storico legame con la costa.
L’impatto della modernizzazione
Con il passare degli anni, Catania è cambiata in modo significativo. Tra il XIX e il XX secolo, la città ha vissuto un’espansione tumultuosa, con un’economia che oscillava tra agricoltura, commercio e industria. La costruzione della strada di scorrimento veloce e il riempimento delle aree costiere hanno creato nuove opportunità economiche, ma anche alterato irrimediabilmente il volto del paesaggio urbano.
Dove un tempo il mare batteva direttamente contro le mura della città, ora si trovano strade trafficate, aree industriali e portuali. Palazzo Biscari, una volta un palazzo affacciato sull’acqua, oggi è circondato da asfalto e cemento, perdendo quel fascino marittimo che lo rendeva unico.
Il nodo critico resta la rimozione degli Archi della Marina, che molti vedono come l’ultimo baluardo di un’epoca passata.
Catania senza gli Archi della Marina: storia vs evoluzione
Rimuovere gli Archi della Marina sarebbe un cambiamento radicale per la città. Per alcuni, significherebbe liberarsi di una barriera fisica che da troppo tempo separa Catania dal suo lungomare. Si parla di un’apertura, una possibilità di ricongiungersi con il mare ( il celebre Waterfront) e recuperare spazi che potrebbero diventare parchi, aree ricreative o centri culturali, finalmente fruibili dai cittadini.
D’altra parte, molti catanesi vedono gli archi come un simbolo ineludibile della loro identità storica. Perdere questa struttura significherebbe rinunciare a un pezzo di storia che ha segnato non solo l’urbanistica ma anche la memoria collettiva. Gli archi sono parte di un paesaggio quotidiano che, pur essendo funzionale in passato, ha assunto oggi un ruolo quasi nostalgico. Inoltre, si tratta di una questione di patrimonio culturale: è giusto sacrificare la storia in nome del progresso?
Amanti e detrattori degli Archi
Tra coloro che amano gli Archi della Marina, c’è chi li vede come una testimonianza di un’epoca gloriosa, in cui Catania era uno dei principali centri commerciali e industriali del Mediterraneo. Gli anziani ricordano con affetto i tempi in cui il mare era più vicino, e gli Archi rappresentavano una porta d’accesso al porto, luogo di incontri, affari e vita cittadina.
Dall’altro lato, i detrattori considerano gli Archi della Marina come una struttura obsoleta e poco funzionale, una “cicatrice” che impedisce una vera riconnessione della città con il suo lungomare.
Tra storia e detti popolari
Gli Archi della Marina, essendo parte del cuore pulsante di Catania, sono legati anche alla tradizione orale e ai detti siciliani. Uno dei più noti è “stari sutta l’acchi ra Marina” (stare sotto gli archi della marina), che indica proprio una situazione di disagio economico e sociale.
Un’altra espressione dialettale è “sutta l’arcu s’ammucciunu” (sotto l’arco si nascondono), riferito ai contrabbandieri e ai traffici illeciti che un tempo si svolgevano proprio sotto queste strutture. L’area attorno agli Archi, infatti, era frequentata da mercanti, pescatori e, non di rado, da loschi personaggi che cercavano di sfuggire ai controlli delle autorità portuali.
Inoltre, la zona degli Archi è stata spesso associata alla figura del “fimminaro” (donnaiolo), il dongiovanni catanese che frequentava il porto per corteggiare le donne di passaggio. Si racconta che il porto e gli archi fossero anche luoghi d’incontro tra marinai e popolazione locale, alimentando storie di amori fugaci e incontri segreti.
Il sondaggio
E voi siete d’accordo con il sindaco Trantino? Abbattereste gli Archi della Marina? Votate il sodaggio.
Fonte foto Google Maps