CATANIA – Si intravede uno spiraglio di luce per l’intera provincia di Catania che, in questi ultimi giorni, è stata letteralmente sommersa dai rifiuti.
Il cattivo odore, i sacchi ingombranti – che coprono persino il manto stradale – e le non poche lamentele da parte degli abitanti fanno da cornice allo scenario presentatosi. Disagi che vanno ricollegati alla discarica di Sicula Trasporti a Lentini (nel Siracusano), ormai quasi del tutto satura.
Quest’ultima ha ridotto il conferimento a 600 tonnellate al giorno. “Una situazione insostenibile“ – spiega l’Assessore all’Ecologia di Aci Sant’Antonio, Quintino Rocca – che aggiunge: “Impensabile che 600 tonnellate possano bastare per servire oltre 150 Comuni siciliani”.
Da un lato avanzano numerose le richieste di una soluzione a questa emergenza, come da parte del Comitato Romolo Murri che ha evidenziato “cassonetti letteralmente strabordanti di sacchetti di plastica”. Concetto ribadito anche da Ersilia Saverino (presidentessa dell’Assemblea Provinciale di Catania) che ha attenzionato la necessità di “trovare soluzioni di lungo termine”.
Dall’altro lato la soluzione sembra essere davvero arrivata, sebbene in maniera provvisoria. Per fare luce sulla questione è intervenuto ai microfoni di NewSicilia.it Fabio Cantarella (Assessore all’Ecologia, Ambiente e Sicurezza di Catania). Riportiamo di seguito l’intervista.
Cantarella spiega: “La discarica si è saturata e quindi non può più ricevere le quantità che riceveva prima. Per qualche giorno non è stata fatta consegna dei rifiuti indifferenziati. Finalmente proprio la mattina di giorno 16 settembre la Regione ci ha comunicato che è stata trovata una soluzione e che quindi si può iniziare piano piano a liberare la città (già da ora di pranzo del 16 settembre). Ovviamente il tutto in maniera graduale poiché sul territorio si contano circa 1.600 tonnellate. Abbiamo stimato che impiegheremo 5/6 giorni”.
“L’unica soluzione è data dalla Regione, il Comune non ha alcuna responsabilità: io da Assessore non posso portare i rifiuti dove voglio, deve essere la Regione a dirlo altrimenti si commette un reato. Dunque siamo rimasti fermi attendendo che la Regione ci indicasse i siti e adesso ci ha detto di continuare a portare i rifiuti alla Sicula Trasporti, da lì verranno poi portati a Siculiana (nell’Agrigentino), a Gela e all’Oikos. I rifiuti verranno smistati in questi tre siti“.
A tal proposito l’Assessore evidenzia: “Si tratta di una soluzione tampone ma la soluzione c‘è da sempre, ci vuole coraggio e si chiama termovalorizzatore. Non ha senso che si apre una discarica, si satura e la Sicilia ha cinquanta discariche sature sparse per il territorio. Si fa un termovalorizzatore: non si spendono più soldi per la raccolta differenziata che sono costi enormi, emissioni zero, produce energia, la TARI crolla”.
In conclusione, il politico aggiunge: “Siamo nel 2021 e tutti i Paesi più evoluti hanno il termovalorizzatore, qui c‘è paura a volerlo fare perché poi c’è Legambiente o associazioni con persone che pensano di proteggere l’ambiente invece lo danneggiano. Restano discariche che inquinano l’ambiente, le falde acquifere e che interessano anche l’Oasi del Simeto. Io dico che ci vuole coraggio a fare questi termovalorizzatori che oggi sono a emissioni zero. Poi ci vogliono gli impianti per la differenziata: in una grande città l’umido dove lo porto se l’impianto esistente per questa tipologia si satura solo con Catania”.
“Quindi sono necessari impianti per la raccolta differenziata e termovalorizzatori, non discariche. Certo, i termovalorizzatori non si faranno in un anno perché si è indietro di una vita ma si faranno in due anni, però partiamo. Qualcuno diceva di mettere una vasca a Lentini, ma non possiamo andare avanti così: tutta la Sicilia è una discarica. Con un termovalorizzatore spendiamo infinitamente meno, produciamo energia, non inquiniamo: qual è il problema? Perché c’è paura e pregiudizio? Perché c’è questa sottocultura?”.
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