CATANIA – È aumentata, nel corso del 2025, la spesa media nazionale destinata alle Tariffe Tari, ormai pari a 340 euro all’anno. Si tratta di un incremento del 3,3% rispetto ai precedenti 329 euro annui, con tariffe soggette ad aumenti all’interno di ciascuna regione. Le stime prendono come riferimento una famiglia tipo di 3 persone, con una casa di proprietà dai 100 metri quadri.
L’aumento delle Tariffe Tari in tutta la Penisola
Rimangono, invece, stabili il Molise, la Valle d’Aosta e la Sardegna oltre che all’interno di 95 capoluoghi di provincia su 110. Ottiene, poi, il primato di regione più economica il Trentino Alto Adige, 224 euro, seguito dalla Lombardia, 262 euro, e dal Veneto, 290 euro.
Restano invece care la Puglia, con 445 euro, la Campania, 418 euro, e la Sicilia, 402 euro. Nello specifico è Catania il capoluogo di provincia dove si spende maggiormente, con 602 euro. Segue poi Pisa, 557 euro, Genova, 509 euro, e Napoli, 496 euro. Situazione più economica a Cremona, con 196 euro in media a famiglia, seguita da Udine e Trento, 199 euro.
Il rapporto testimonia anche una crescita della raccolta differenziata, attestata al 66,6% dei rifiuti prodotti nel 2023 (considerando il 65,2% del 2022). Di spessore, però, le differenze tra l’Italia settentrionale, quella centrale e quella meridionale, la prima con una spesa media di 290 euro l’anno e una raccolta differenziata del 73%. Nel centro, invece, le famiglie affrontano un costo di 364 euro, con una differenziazione dei rifiuti pari al 62%. Infine il sud Italia conta su una spesa media di 385 euro all’anno, con una differenziata ferma al 59%.
Sull’argomento si è esposta la stessa Cittadinanzattiva, con il responsabile politiche dei consumatori, Tiziana Toto, che ha sottolineato l’importanza di “ridurre le disuguaglianze territoriali, assicurando un servizio efficiente e accessibile in tutto il Paese, con particolare attenzione al Mezzogiorno; promuovere la partecipazione civica, valorizzando le esperienze locali e gli osservatori cittadini come parte integrante del sistema di governance; rendere strutturale la tariffazione puntuale (Tarip), premiando cittadini e Comuni virtuosi; consolidare la trasparenza, attraverso la rendicontazione pubblica dei costi e dei risultati ambientali”.
Tari, la replica dell’Amministrazione Comunale
“In relazione alla classifica diffusa che colloca ancora una volta Catania al vertice nazionale per costo della Tari con una media familiare pari a 602 euro annui, a fronte di una spesa media nazionale di 340 euro, l’Amministrazione Comunale ritiene doveroso chiarire come tale risultato sia l’esito di una pluralità di fattori e dinamiche strutturali che investono l’intero ciclo dei rifiuti”.
“Il dato negativo, anzitutto, risente in maniera significativa del fenomeno dei conferimenti illeciti provenienti dai comuni limitrofi, i cui rifiuti finiscono per gravare sul capoluogo incrementando sensibilmente la quota di indifferenziato raccolto. Un dato che si evidenzia in uno dei fattori principali su cui poggia il sistema tariffario, cioè la produzione pro capite dei rifiuti che nel capoluogo etneo è anormalmente alto. Se in Italia ogni cittadino produce circa 500 kg di rifiuti annui, a Catania questo dato nel 2024 si è attestato a oltre 610: in sostanza più del 20% in più, che significano maggiori costi di raccolta e smaltimento a carico dei contribuenti”.
“A ciò si aggiunge l’intensa attività di bonifica delle discariche abusive, interventi indispensabili per restituire decoro e sicurezza al territorio che tuttavia comportano un inevitabile aumento dei quantitativi di rifiuto non separato, con conseguente aggravio dei costi di smaltimento che, per legge, devono essere integralmente coperti dalla tariffa. Ulteriori criticità derivano dalla saturazione degli impianti di conferimento regionali e dalla necessità, di trasferire i rifiuti fuori dai confini nazionali, soluzione onerosa che incide pesantemente sul bilancio complessivo del servizio”.
“Nonostante ciò, il percorso intrapreso negli ultimi anni testimonia un’inversione di tendenza concreta e responsabile: la raccolta differenziata continua a crescere grazie all’ampliamento delle isole ecologiche, al potenziamento delle infrastrutture ambientali e a una progressiva maturazione del senso civico della comunità, raggiungendo il 37 %. Valore che tuttavia deve rappresentare una base da cui proseguire con determinazione verso risultati ancora più virtuosi. La prospettiva resta quella di un sistema più equo ed efficiente in cui la riduzione dei costi passi attraverso il rispetto delle regole, la partecipazione consapevole dei cittadini e un contrasto deciso all’evasione tributaria”.
Le dichiarazioni del segretario di CISAL Catania, Lo Schiavo: “Numeri doppiamente inaccettabili”
Partecipe al dialogo anche il segretario provinciale CISAL Catania, Giovanni Lo Schiavo, che sulla Tari a Catania ha dichiarato: “Cisal Catania non può che esprimere il proprio fermo dissenso di fronte alla situazione della TARI a Catania, che appare non solo ingiusta, ma anche profondamente inefficiente”.
I dati più recenti rivelano una realtà allarmante. Secondo il rapporto di Cittadinanzattiva, la TARI media per una famiglia tipo nella nostra città ha raggiunto ben 602 € all’anno, rendendo Catania il capoluogo con la tassa sui rifiuti più alta d’Italia.
Contemporaneamente, Federconsumatori Sicilia segnala che la Tari nel 2024 a Catania è rimasta stabile a 594 €, nonostante un miglioramento sensibile della raccolta differenziata (passata dal 22 % al 34,7 %). Questi numeri sono doppiamente inaccettabili: da un lato, i cittadini pagano cifre altissime; dall’altro, nonostante l’impegno nella differenziazione dei rifiuti, non vedono un alleggerimento del carico fiscale.
In aggiunta, le stime sulle spese di gestione dei rifiuti e gli alti costi di conferimento in discarica (più elevati rispetto ad altre regioni) sollevano gravi dubbi sulla trasparenza e sull’efficienza della gestione del ciclo dei rifiuti.
“Non è più accettabile che i cittadini siano gravati in modo così pesante. Per tutto questo, come Confederazione Etnea chiediamo all’Amministrazione Comunale di:
- Rivedere urgentemente la struttura delle tariffe TARI, introducendo criteri più equi e sostenibili per le famiglie;
- Potenziare la trasparenza nei bilanci e con essa una rendicontazione pubblica su come vengono utilizzati i soldi della Tari;
- Accelerare il percorso verso sistemi di tariffazione puntuale (Tarip), in maniera da poter differenziare chi paga di più possa pagare meno, e sia incentivato un comportamento virtuoso.
- Promuovere investimenti reali nella raccolta differenziata e negli impianti di riciclo, per ridurre i costi di smaltimento e favorire una reale sostenibilità ambientale.
Non è più tempo di promesse vuote, ma di azioni reali. La Tari così com’è oggi è un peso insostenibile che mina la fiducia nella capacità delle istituzioni locali di gestire un servizio fondamentale per tutti”.



