Carni infette e macellazione clandestina sui Nebrodi: indagati il sindaco di Floresta e comandanti di municipale e polizia

Carni infette e macellazione clandestina sui Nebrodi: indagati il sindaco di Floresta e comandanti di municipale e polizia

MESSINA – Un’altra storia di connivenza tra i piani alti della politica e delle istituzioni cittadine con i capi di organizzazioni criminali per creare un giro di macellazioni abusive.

Come riporta La Repubblica, i protagonisti sono il sindaco di Floresta Sebastiano Marzullo (veterinario), il comandante della polizia municipale Nicolò Oriti Titi, un sostituto commissario di polizia Tortorici Vincenzo Saporito. Sembra una barzelletta, ma invece è molto, molto peggio.

Commercio di carni infette e furti di animali: era questo il business che è stato scoperto e su cui sta indagando la procura della repubblica di Patti.

Questa mattina all’alba, infatti, sono scattate 33 ordinanze di misura cautelare a carico di persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, furto, ricettazione, maltrattamento e uccisioni di animali, commercio di sostanze alimentari nocive, adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine.

Nello specifico la squadra mobile e il commissariato di Sant’Agata di Militello hanno arrestato due persone, nove sono finite ai domiciliari, 19 hanno ricevuto l’obbligo o il divieto di dimora, tre sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio.

Due le associazioni mafiose coinvolte che facevano riferimento ai Tortoriciani e ai Cesaresi, che operavano tra Sant’Agata Militello, San Fratello, Tortorici, Cesarò, Alcara li Fusi, Caronia, composte da allevatori e macellai, che mettevano a segno furti di animali proprio per creare una filiera clandestina che proseguiva con la macellazione e successiva vendita al pubblico di alimenti pericolosi per la salute e privi di controlli sanitari.

I medici veterinari dell’Asp di Sant’Agata Militello, legati ad una delle due associazioni, assicuravano tutte le false certificazioni.