CALTANISSETTA – Sarebbe stata “costituita una verità che in un determinato momento storico si è voluta accreditare” sulla strage di via D’Amelio, costata la vita al magistrato Paolo Borsellino e alla sua scorta.
A scriverlo, confermando la tesi del presunto depistaggio, i giudici della Corte d’Assise d’appello di Caltanissetta, riuniti quest’oggi per depositare le motivazioni della sentenza che ha determinato la condanna all’ergastolo di Salvo Madonia e Vittorio Tutino.
I due boss sono imputati di strage e, insieme a loro, sono stati condannati a 10 anni anche i cosiddetti “falsi pentiti” Francesco Andriotta e Calogero Pulci, accusati di calunnia.
Sulla strage del 19 luglio 1992 sarebbe stata dunque messa in piedi una “verità” basata su dichiarazioni false.
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