Curiosità, statistiche e tattica: tutto su Akragas-Catania

Curiosità, statistiche e tattica: tutto su Akragas-Catania

AGRIGENTO – Mancano poco più di 24 ore ad un derby che si prospetta emozionante ma che soprattutto vale tantissimo per Akragas e Catania, pronte a darsi battaglia per portare a casa punti pesantissimi.

Questo, però, non è un derby come tutti gli altri: c’è chi dice che il vero scontro di Sicilia sia tra Catania e Palermo ma, intanto, i rossazzurri hanno da sfatare il tabù Esseneto che fin qui ha portato soltanto delusioni e dolori.

Parte proprio dai precedenti la nostra super guida al derby Akragas-Catania: nel lontano 1947-48, quello che era il vecchio Agrigento si impose 1-0 sugli etnei. Sessantotto anni dopo Pino Rigoli sconfisse sempre di misura i rossazzurri in un match valido per la Coppa Italia Lega Pro, dove una rete di Leonetti bastò per il passaggio del turno. In quell’occasione, Russotto sbagliò un calcio di rigore. Poi, lo scorso campionato, arrivò uno scoppiettante derby terminato 3-2 in favore del Gigante. Non bastarono, infatti, le reti di Lupoli e Nunzella al Catania per contrastare quelle di Madonia, Di Grazia e Di Piazza. Al Massimino, nel match d’andata, l’Akragas festeggiò l’impresa grazie ad un diagonale di Zanini che fulminò Pisseri, portando tre punti al 94′, quando nessuno ci sperava più.

Sembrano però essere tempi totalmente diversi e le due squadre sono cambiate tantissimo, anche in classifica: un Akragas penultimo, in zona playout, sfida il Catania piazzato al settimo posto, in zona playoff.

Oggi, l’Akragas è la seconda squadra in classifica ad aver vinto meno (4V), il terzo peggior attacco (20) e la seconda peggior difesa (36). Di Napoli non può certo essere contento, visto che oltre il misero bottino di quattro successi sono arrivati 9 pareggi e 11 sconfitte. Il Catania, invece, è la miglior difesa del torneo (18 subite) e la terza squadra in classifica ad aver vinto di più (11) e perso meno partite (4). Attacco che si sta rialzando (30 goal fatti), mentre di pareggi ne sono saltati fuori quanto l’Akragas (9).

Un derby diverso anche per come le squadre avevano disputato le precedenti cinque partite: oggi, a stare meglio è certamente il Catania che ha ottenuto 2 vittorie, 2 pareggi ed una sola sconfitta, datata però dicembre 2016, con 6 reti fatte e altrettante subite che hanno portato 8 punti.

I biancoazzurri non hanno ancora ottenuto i tre punti in questo nuovo anno, più precisamente sono state 3 le sconfitte nelle ultime cinque giornate, poi anche un pareggio ed una vittoria, in trasferta. Punti conquistati 4, sicuramente sterile l’attacco con 4 goal fatti e il doppio delle reti (8) subite. L’ultima vittoria risale al 22 dicembre a Vibo Valentia, quando il Gigante si impose per 0-1.

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Scendiamo nel dettaglio e andiamo a confrontare il rendimento interno dell’Akragas con quello esterno del Catania. Entrambe potevano e possono fare di più. I padroni di casa hanno vinto soltanto il 18 settembre scorso contro la Virtus Francavilla (2-1, ndr), senza poi trovare più la vittoria: troppi i pareggi (8) e ultimamente sono arrivate anche tre sconfitte contro Cosenza, Monopoli e Lecce. Dei 21 punti totali, ne sono stati raccolti comunque 11, mentre per quanto concerne i goal, 12 sono stati siglati all’Esseneto mentre 20 sono stati quelli subiti. Nelle ultime cinque partite interne, l’Akragas ha ottenuto due punti, frutto dei pareggi contro Fondi e Messina. Quando segnano gli akragantini? Abbiamo tratto anche questa statistica e scopriamo come ci sia molta differenza tra il primo ed il secondo tempo: 8 goal fatti nella prima frazione, 4 nella seconda. Quattro sono pure le reti subite negli iniziali 45′, addirittura 12 nella ripresa: sinonimo che l’Akragas non riesce a portare a casa quando di buono fatto nel primo tempo. Ancora più nel particolare, i quarti d’ora più prolifici sono stati dal 16′ al 30′, dal 31′ al 45′ e dal 76′ al 90′: i biancoazzurri, quindi, potrebbero colpire proprio in quei minuti di gioco. In questi quarantacinque giri d’orologio, con l’intervallo in mezzo, sono stati fatti 9 goal, divisi equamente. È più facile che l’Akragas subisca goal invece nel quarto tra il 61′ ed il 75′, dove per ben 6 volte gli avversari sono andati a segno.

Cambiamo squadra e adesso passiamo al Catania, che ha da fare i conti con un rendimento esterno fin qui al di sotto delle aspettative: 1 vittoria, 7 pareggi e 3 sconfitte. L’ultimo risultato in trasferta è il pareggio di Fondi, mentre l’ultima vittoria risale a dicembre contro il Cosenza per 1-2. Soltanto 5 goal fatti ed il doppio (10) subiti: nelle ultime cinque giornate fuori dalle mura amiche, il Catania ha conquistato 4 punti, frutto di una vittoria ed un pari. Il resto sono state sconfitte (Francavilla Fontana, Siracusa e Castellammare di Stabia). 10 dei totali 35 punti i rossazzurri li hanno ottenuti nei campi avversari. Così come abbiamo fatto per l’Akragas, abbiamo tratto la statistica del minutaggio migliore e peggiore del Catania in termini, ovviamente, di goal. Abbastanza equilibrata la formazione di Rigoli, che ha segnato fin qui 2 goal nel primo tempo e 3 nel secondo. Le dieci reti prese, al contrario, sono perfettamente divise in primo e secondo tempo (5 per parte). In particolare, gli etnei hanno segnato 2 goal tra il 16′ ed il 30′ e altre 2 tra il 76′ ed il 90′. Quando subisce goal? I periodi divisi in quarti d’ora sono davvero tanti, perché effettivamente non c’è un tempo dove il Catania prende più reti: il massimo di goal subiti in un quarto d’ora sono 2 e i periodi compresi sono 16′-30′, 31′-45′, 46′-60′ e 76′-90′.

Tirando le somme, questo è ciò che ne è venuto fuori: quando l’Akragas segna (31′-45’/76′-90′), il Catania subisce di più (i periodi corrispondono); quando il Catania segna, l’Akragas subisce mediamente (2 goal tra 16′ e 30′, 3 goal tra 76′ e 90′). Statistica leggermente a favore dell’Akragas, anche se in questo tipo di sfide può succedere di tutto.

Quello che ci ha stupito di più è il dato che abbiamo tirato fuori dai punti ottenuti dalle due squadre, una in casa e l’altra in trasferta, se le partite fossero finite nei primi tempi: se al Catania cambia poco (avrebbe ottenuto un pareggio in più ed una sconfitta in meno, quindi 11 punti al confronto dei 10 reali), l’Akragas avrebbe avuto ben dieci punti in più. Infatti, i biancoazzurri avrebbero perso soltanto la sfida contro il Taranto (pareggiata poi al 90′ 1-1), vincendo 5 match e pareggiandone 6: sarebbe stato davvero un grande risultato che però non c’è e conferma il difetto che abbiamo attribuito alla squadra di Agrigento, ovvero la mancata gestione della gara. Da qui, possiamo ben capire che l’Akragas si butta via in maniera esagerata nel primo tempo.

Capitolo bomber: 14 dei 20 goal sono stati segnati da Gomez (6), Zanini (5) e Marino (3). Questi calciatori oggi non ci sono più ed è chiaro che l’Akragas ha perso i suoi calciatori andati più volte a segno oltre che funzionali al gioco di squadra. Restano quindi German Cochis (2), che guida la classifica con Sicurella, Salvemini, Russo e Thiago Cazé, fermi a 1. Il Catania ha avuto riscontro positivo dai suoi due nuovi attaccanti, Pozzebon e Tavares, andati già a segno rispettivamente contro Matera e Reggina. Il bomber però resta ancora Mazzarani (6), seguito da Di Grazia (5). Più staccati Russotto, Biagianti e Barisic (2). Via via, poi, il resto dei calciatori con una rete.

Anche da qui, ma non solo, si capisce chi sono i calciatori essenziali delle due squadre: Pane, Pezzella e Cochis per l’Akragas; Pisseri, Bergamelli e Pozzebon per il Catania. Un po’ prematuro parlare dell’ex Messina come giocatore chiave? Forse, per il 3-5-2 di Rigoli però si è visto come sia davvero fondamentale avere un punto di riferimento forte in attacco. Pisseri e Bergamelli lo sono già dalle prime giornate, visto l’eccellente rendimento fin qui dei due calciatori, perni imprescindibili della difesa rossazzurra. I “superstiti” in casa biancoazzurra sono il portiere Pane, che nelle migliori giornate è difficile da superare, il centrocampista Pezzella che è quello in grado di poter dare più ampiezza alla manovra e German Cochis, attaccante su cui ricade tutto il peso del reparto offensivo sulle spalle.

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Per Di Napoli sarà la quarta volta contro il Catania: il suo rendimento è di una vittoria e due sconfitte, una con il Messina lo scorso campionato e l’altra in Coppa Italia Lega Pro alla guida dell’Akragas. La prima vittoria è arrivata al Massimino lo scorso settembre. Ritorna all’Essento Demiro Pozzebon, dopo averci già giocato con la maglia del Messina: in quell’occasione rimase in campo per 90′ e terminò 0-0. 

Prevista una buona cornice di pubblico: nel dettaglio, oltre la presenza dei tifosi akragantini, secondo quanto riportato da TuttoCalcioCatania.com sono andati a ruba i biglietti per il settore ospite. Previsti allo stadio più di 500 tifosi rossazzurri. 

Chiudiamo con una breve sintesi tattica delle due squadre.

Akragas: ne parlavamo già due giorni fa, quando riscontravamo pregi e difetti della squadra, e ribadiamo che la tattica su cui i biancoazzurri dovranno puntare è quella della ripartenza. Bisogna sfruttare la velocità ed il contropiede letale che ha portato tre punti all’andata. Per il resto, quella di Di Napoli ultimamente è una squadra troppo difensivista che tende a non rischiare nulla e non scoprirsi, specie quando si va in vantaggio. Le squadre incontrate fin qui, però, hanno sfondato comunque la porta di Pane. Servirà una gara d’orgoglio e di sacrificio per auspicare ad una vittoria.

Catania: con il cambio di modulo, l’obiettivo dovrebbe essere quello di giocare all’attacco anche se bisogna migliorare qualcosa. Ad esempio, la manovra non è ancora abbastanza fluida e spesso i palloni alti non sono la soluzione migliore. La difesa è difficile da superare, mentre sembra essere ancora il centrocampo il reparto dove è necessario sistemare qualche tassello tattico, visto che molto spesso si schiaccia. La qualità dei calciatori comunque è fuori discussione e proprio questo asso nella manica potrebbe giovare ai rossazzurri e risolvere la partita. 3-5-2 o 3-4-3? Più probabile il primo, con evoluzione in 3-4-1-2 con Mazzarani trequartista che si sgancia dal trio in mediana. Aspettiamo la terza partita, ovvero quella di domani, per dare un giudizio più completo a questo nuovo modulo, che sembra essere funzionale e in grado di mettere in difficoltà l’Akragas.