Il Duca degli Abruzzi presente all’inaugurazione del “Giardino dei Giusti” di Canicattì

Il Duca degli Abruzzi presente all’inaugurazione del “Giardino dei Giusti” di Canicattì

CANICATTÌ – Una giornata di grande emozione e significato civile ha coinvolto studenti e docenti dell’Istituto “Duca degli Abruzzi” di Canicattì il 29 ottobre, con grande desiderio della prof.ssa Brigida Morsellino, dirigente scolastica dell’Istituto, in occasione dell’inaugurazione del “Giardino dei Giusti”, con partenza dalla Casa Museo Giudice Livatino, simbolo di giustizia, coraggio e integrità morale.

L’iniziativa si inserisce nel percorso di educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva che da anni caratterizza l’impegno del nostro Istituto. Alla cerimonia hanno preso parte le autorità civili e religiose. Erano presenti il sindaco Vincenzo Corbo, il presidente della Provincia Giuseppe Pendolino, la dott.ssa Claudia Vecchio, presidente dell’Associazione “Casa Museo Giudice Livatino”, e il vescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano, oltre a una rappresentanza di studenti che hanno partecipato con grande entusiasmo e senso di appartenenza.

Durante la cerimonia, sono state lette da alcuni studenti le biografie dei sette “Giusti”: Moshe Bejski, Rosario Angelo Livatino, Antonino Saetta, padre Gioacchino La Lomia, Antonino Sciascia, Piero Ivano Nava e Calogero Vaccaro, come invito a costruire una società fondata sulla verità e sulla responsabilità.

L’inaugurazione si è conclusa nel giardino con lo svelamento della scultura: due grandi foglie e sette piccoli germogli. Essa rappresenta la memoria degli Uomini Giusti che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro l’ingiustizia. La loro eredità non è solo memoria del passato, ma un messaggio di speranza, di coraggio e di impegno a seguire le loro orme, per creare un mondo più giusto e più umano.

Il nuovo giardino rappresenta così un luogo di memoria e riflessione, dove le nuove generazioni potranno sostare per ricordare chi ha dedicato la propria vita al bene comune.

Nel pomeriggio, studenti e docenti si sono recati in quella che è stata l’abitazione della famiglia Livatino, oggi Casa Museo, principale luogo della memoria del Beato giudice Livatino, magistrato e martire. La casa, custodita e conservata nella sua totale integrità, è diventata luogo simbolo di giustizia e di fede. A rendere ancora più significativo l’evento è il fatto che anche l’Aula Magna dell’Istituto porta il nome del giudice Livatino, a testimonianza di un legame profondo tra la scuola e i valori della giustizia e della legalità. La visita della scolaresca al nuovo spazio verde e la partecipazione collettiva all’inaugurazione hanno contribuito a rendere questa giornata un momento di crescita e consapevolezza per tutti i presenti.

Due studenti hanno voluto raccontare le proprie emozioni dopo la visita.

Anastasia Bonaccorso (3A CMN):

“Visitare la casa del giudice Rosario Livatino è stata un’esperienza molto toccante. La stanza che mi ha colpito di più è stata la sala da pranzo, dove si trovano i suoi oggetti personali: gli occhiali, le chiavi, il portafoglio e l’agenda che portava sempre con sé. Osservare quegli oggetti mi ha fatto sentire la sua presenza, semplice ma piena di forza e dignità. Il giudice Livatino è un esempio di coraggio, fede e onestà, un uomo che ha servito la giustizia con amore e dedizione fino alla fine. La sua storia mi ha emozionato profondamente e mi ha fatto capire che vivere con rettitudine e verità è il modo più bello per lasciare un segno nel mondo.”

Francesco Abate (3A CMN):

“Penso che il giudice Rosario Livatino sia un esempio di integrità e coraggio da seguire e ammirare. Visitare la sua stanza e vedere la sua toga mi ha profondamente colpito. La sua storia è quella di un uomo che ha dedicato la sua vita alla giustizia, pagando il prezzo più alto per le sue convinzioni. La mafia lo ha ucciso, ma non ha potuto cancellare il suo esempio e il suo impegno. Le sue idee e il suo operato resteranno sempre vivi, ispirando noi e le generazioni future a lottare per la giustizia e la legalità.”

Alcuni scatti