AGRIGENTO – Saranno inaugurate sabato 18 giugno, ore 19, otto raffinatissime opere di Michele Cossyro, protagoniste della mostra “Buchi neri e pieghe cosmiche”, con la presentazione di Bruno Corà.
Le opere, provenienti da Roma dove sono state esposte alla Camera dei Deputati nel marzo scorso, approdano alla FAM Gallery di Agrigento dove rimarranno in esposizione dal 18 giugno sino al 24 luglio.
Si prospetta una grande occasione per curiosare e fantasticare sulle più recenti e misteriose scoperte dell’universo siderale: i buchi neri e quelle onde gravitazionali intuite da Einstein e recentemente confermate dagli scienziati la cui rappresentazione tridimensionale di Cossyro sembra avere sorprendentemente anticipato sin dai primi anni Duemila.
Il riferimento è al ciclo dei Black Holes: opere realizzate con tecniche artigianali tramite legni d’ulivo successivamente lavorati a listelli e intrecciati alla stessa maniera dei pescatori che realizzavano le “nasse”. Proprio il reticolo di queste forme sembra rievocare le linee, le trame dei campi gravitazionali e quelle curve che piegano lo spazio.
“Se i buchi o i concetti spaziali di Lucio Fontana – afferma Corà – hanno fornito, in modo pionieristico negli anni Cinquanta una fisionomia ideale all’identità dello spazio siderale e perfino a quello delle particelle, ora Cossyro con i suoi black holes si è spinto verso frontiere ancora più estreme. Infatti, il ciclo dei buchi neri concepiti e realizzati da Cossyro con tessere vitree e ardesia, e collocati sul pavimento sopra lastre di acciaio inox lucidato a specchio o sospesi in aria, consentono di prendere visione e coscienza di una realtà altrimenti invisibile poiché riferita a fenomeni astronomici aventi una massa di numerose migliaia di volte superiore a quella del sole strutturalmente munita di una velocità in grado di inghiottire la luce e pertanto non consentendo la sua diffusione”.
“L’arte anticipa tutto – dice Cossyro – lo fa anche Italo Calvino nel suo elogio alla leggerezza: ogni collegamento nell’Universo sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime, come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i “quarks”, i neutrini vaganti nello spazio dall’inizio dei tempi… Sono i medesimi “fili” sottili che collegano i suoi oggetti ideali che prendono forma e allo stesso tempo si dissolvono, percezione di ciò che è minuto, mobile e leggero, nelle fisarmoniche, nei reticoli, perfino nelle linee spirali dei suoi buchi neri”.
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