Trivelle e quel referendum che farà la differenza: SI o NO?

SICILIA – Un “Sì” e un “No” che potrebbero cambiare per sempre il futuro della Sicilia.

Il 17 aprile una X inserita in una casella piuttosto che in un’altra potrebbe fare la differenza. Quel giorno, infatti, ci sarà il referendum sulle trivelle. Tutti saremo chiamati ad esprimere il nostro parere sull’attività di ricerca e di estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi entro 22 km dalla costa.

Quella domenica sarà, dunque, decisiva. Si potrà votare dalle 7 alle 23 e le urne saranno aperte per tutti i cittadini italiani e maggiorenni. Votare è semplice, basterà recarsi nel proprio seggio, indicato nelle schede elettorali, muniti di un documento di riconoscimento.

In sostanza chi voterà deciderà se consentire agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza delle concessioni.

Ma cosa intendiamo nello specifico? Le leggi prevedono che chi ha ottenuto le “concessioni” possa estrarre gas e petrolio da piattaforme entro 12 miglia marine dalla costa. Esse hanno una durata iniziale di trent’anni, prorogabile una prima volta per altri dieci, una seconda volta per cinque e una terza volta per altri cinque; al termine della concessione, le aziende possono chiedere di prorogarla fino ad esaurimento del giacimento.

E quel voto che farà la differenza, cosa comporterà? Votando a favore si chiede di impedire lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi a ridosso della costa anche oltre il termine della concessione. Votando No, invece, si chiede di mantenere le norme attuali, che prevedono lo sfruttamento fino alla scadenza della concessione. Va ricordato che il referendum popolare sulle trivellazioni non riguarda i nuovi impianti, in quanto la legge già vieta i giacimenti entro le 12 miglia dalla costa.

E adesso non rimane che riflettere e poi scegliere…