SICILIA – “Il Premio Nobel agli abitanti di Lampedusa e Lesbo sarebbe una scelta giusta e un gesto simbolico importante”.
A rilanciare l’idea è il regista Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale, grande ammiratore del popolo Lampedusano per il coraggio e l’altruismo che hanno contraddistinto gli abitanti dell’isola negli ultimi travagliati anni.
“I lampedusani in questi vent’anni – afferma Rosi – hanno accolto numerosissimi migranti che sono arrivati senza mai fermarsi. Ho vissuto lì un anno e non ho mai sentito da nessuno parole di astio e paura nei confronti degli sbarchi”.
“Le uniche volte – continua – in cui li vedo reagire con rabbia è quando ci sono troppe notizie negative associate all’isola: “disastro a Lampedusa”, “i pesci che mangiano i cadaveri”, “arrivano i terroristi”. Questo stato d’animo appartiene non solo a Lampedusa ma alla Sicilia e i siciliani”.
Il regista, inoltre, ha affermato di essere stato fortemente stupito dalla generosità dei lampedusani che, essendo un popolo di pescatori, accolgono tutto quel che viene dal mare, senza nessun tipo di esitazione. “Quel popolo oggi è la mia famiglia” ha concluso Rosi.
Intanto continuano inesorabili gli sbarchi nel Canale di Sicilia con 599 migranti soccorsi tra sabato e domenica dai pattugliatori “Bettica” e “Cigala Fulgosi” nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”.
Tra le persone soccorse vi è una grande presenza di donne e bambini che sono stati tempestivamente trasferiti sulla nave battente bandiera rumena “Mai 0201”, scrivendo l’ennesima pagina di questo triste fenomeno che sembra non avere più fine.