LAMPEDUSA – Sono attualmente in corso indagini e verifiche sui 46 migranti che sono stati salvati dopo il naufragio avvenuto ieri sera nell’area Sar, al fine di verificare se tra di loro vi sia un familiare adulto del piccolo Ismaele. Anche se al momento non ci sono certezze, si pensa che il padre del bambino potrebbe trovarsi nell’hotspot di Lampedusa. I poliziotti in servizio presso l’hotspot di contrada Imbriacola sono al lavoro per cercare di individuare i familiari del bambino di circa 6 mesi che ha perso la madre. Il questore Emanuele Ricifari coordina le operazioni.
Anche i servizi sociali del Comune di Lampedusa sono stati contattati dalla referente di Save the Children, che si occupa anche dei minori non accompagnati, per cercare di ritrovare i familiari del bambino.
Tutti sperano che tra i 46 sopravvissuti ci sia un familiare di Ismaele. Se questo non fosse possibile, il bambino verrà collocato in una struttura adeguata. Tuttavia, molte persone si sono offerte di aiutare dopo che la storia di Ismaele ha fatto il giro del mondo. In particolare, una donna medico in servizio presso il pronto soccorso di Lampedusa si è offerta di prendere il bambino in affidamento immediato.
Il naufragio della notte scorsa
Nella notte scorsa un piccolo battello lungo 7 metri è affondato in acque della Sar italiana. All’interno si trovavano 46 migranti, tra cui 7 minori e 13 donne, che sono stati salvati dalle forze dell’ordine della Guardia Costiera a bordo della motovedetta Cp319. Nonostante gli sforzi degli equipaggi, tre persone, tra cui la madre di Ismaele, risultano ancora disperse e le ricerche sono ancora in corso in mare aperto.
I naufraghi sono originari di Guinea, Costa d’Avorio, Camerun e Gambia e sono stati trasportati al molo Favarolo di Lampedusa poco prima di mezzanotte e mezza. Secondo quanto riferito dagli stessi sopravvissuti, sarebbero partiti alle 21 di venerdì scorso da Sfax, in Tunisia, e avrebbero pagato circa 2mila dinari per il viaggio in mare aperto.
L’affetto della polizia per il piccolo Ismaele
Durante tutta la notte e ancora adesso, i poliziotti si sono alternati nel tenere in braccio il piccolo Ismaele, prima al molo Favarolo e poi tra i corridoi del Poliambulatorio.
Il bambino, che ha perso sua madre nell’ultimo naufragio di un piccolo barcone e ha circa sei mesi, è stato amorevolmente accudito e riempito di affetto dagli agenti di polizia che operano nell’hotspot di Lampedusa.
Gli agenti e i funzionari, abituati a gestire con attenzione e tempestività il fenomeno dell’immigrazione, si sono commossi davanti a quegli occhioni colmi di lacrime e si sono mobilitati immediatamente.
Il vice questore aggiunto Francesco Sammartino, funzionario di turno presso la Questura di Agrigento all’hotspot di contrada Imbriacola, ha acquistato latte, pannolini, un paio di giocattoli per neonati e una crema per le gengive.